Roma – “Definire aprioristicamente oggi la struttura distributiva” per i combustibili alternativi a benzina e diesel “rischia di condizionare le dinamiche di mercato, con il pericolo di disperdere risorse e rallentare lo sviluppo della tecnologia prevalente”. È il monito che Autostrade per l’Italia ha scritto in un documento consegnato ai senatori delle commissioni Lavori pubblici e Industria, in occasione di un’audizione sul decreto legislativo per il recepimento della direttiva europea sulla cosiddetta ‘mobilità verde’.
Il concessionario autostradale sottolinea come al momento ci siano diversi orientamenti tra le case automobilistiche, e sebbene in molte si stiano orientando verso l’alimentazione elettrica, anche in questo settore non esiste ancora uno standard definito. “Per un certo periodo di tempo coesisteranno diverse tecnologie”, prevede il gruppo, e “con tempi di ricarica molto diversi a parità di capacità di accumulatori”, indica il documento, “sarà necessario gestire gli spazi dedicati alla ricarica elettrica nelle aree di servizio autostradali in maniera flessibile”. In ogni caso, è la conclusione, “solo il mercato potrà definire le soluzioni tecnico-operative più idonee”.
In una analoga audizione svolta davanti alle commissioni Attività produttive e Trasporti della Camera, anche Federmetano ha presentato le proprie considerazioni sul decreto che attua la direttiva europea per la realizzazione di una infrastruttura per i carburanti alternativi. L’associazione di categoria ha chiesto di inserire nel provvedimento “opportune misure per agevolare in modo più efficace la realizzazione di nuovi punti di vendita di metano sulle autostrade e in quelle Regioni dove il servizio di erogazione risulta ancora carente”. Allo stesso modo, l’unione dei distributori chiede di abbassare i costi per l’allacciamento ai metanodotti.