Bruxelles – Una telefonata ad un servizio di assistenza telefonica post-vendita non deve costare più di una normale telefonata ad un numero fisso o ad un cellulare. Ne è convinto l’avvocato generale della Corte di Giustizia europea Maciej Szpunar, che ha proposto alla Corte di accogliere l’obiezione mossa da un’associazione tedesca contro una società che vende apparecchi elettrici ed elettronici. Questa indirizzava i clienti bisognosi di assistenza post-vendita ad un numero telefonico “speciale” molto più costoso da chiamare rispetto alle tariffe abituali.
Un comportamento scorretto, secondo le conclusioni dell’avvocato generale, visto che i costi supplementari potrebbero dissuadere i consumatori dal chiedere informazioni per questioni relative, ad esempio, alla data di consegna, alla fatturazione o alla garanzia, mentre il servizio di assistenza telefonica dovrebbe essere “incluso nel prezzo già pagato dal consumatore”. Insomma “l’utilizzo di un numero eccessivamente costoso equivarrebbe a far pagare al consumatore costi supplementari per lo stesso servizio”.
L’avvocato generale ricorda anche che, secondo la direttiva, “gli Stati membri devono garantire che, qualora il professionista utilizzi una linea telefonica allo scopo di essere contattato dal consumatore per telefono in merito al contratto concluso, il consumatore non sia tenuto a pagare un corrispettivo più elevato della tariffa di base”. Per questo i costi addebitati al consumatore non possono essere superiori ai costi abituali che gli sarebbero stati addebitati per una telefonata diretta a un numero fisso (geografico) o a un numero di cellulare standard.
Di norma la Corte nella sua sentenza, pur non avendo alcun obbligo, segue le indicazioni dell’avvocato generale.