Bruxelles – Se c’è qualcuno da incolpare per “l’ansia e l’incertezza” che regnano nel Regno Unito, sono i cittadini britannici che hanno scelto la Brexit e non certo l’Unione europea. Il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, non ci sta e risponde con toni piccati alla lettera di ottanta parlamentari britannici che hanno scritto a Bruxelles, sostenendo che il rifiuto europeo di iniziare le discussioni sull’uscita del Regno Unito dall’Ue sta acuendo le preoccupazioni dei cittadini. “Nella vostra lettera dite che la Commissione europea, e in particolare Mr Barnier stanno cercando di evitare i negoziati, creando così ‘ansia e incertezza’ per i cittadini del Regno Unito e dell’Ue che vivono nei reciproci territori”, scrive Tusk. “È un argomento molto interessante, l’unico problema è che non ha nulla a che vedere con la realtà”, rimbecca il presidente del Consiglio europeo, che poi chiede: “Non concordate che l’unica fonte di ansia e di incertezza è la decisione sulla Brexit? E che l’unico modo per dissipare le paure e i dubbi di tutti i cittadini coinvolti è il più rapido inizio possibile dei negoziati sulla base dell’articolo 50 del Trattato?”.
Bisogna infatti ricordare, insiste Tusk, che non sta a Bruxelles decretare l’avvio dei negoziati. “Nella vostra lettera mi invitate a ‘risolvere la questione una volta per tutte’ al Consiglio europeo di dicembre”. L’Unione europea è perfettamente aperta all’opzione, risponde il polacco, ma “questo può succedere solo a condizione che l’articolo 50 sia stato lanciato” e bisogna ricordare che questa decisione “spetta solo al Regno Unito, che rispettiamo pienamente”, continua Tusk. Appena dopo il referendum il presidente del Consiglio ricorda di essersi dichiarato disponibile a lanciare il processo dei negoziati anche nei giorni immediatamente seguenti: “Quella dichiarazione – dice – è ancora valida”.
Sui diritti dei cittadini del Regno Unito che vivono nell’Ue e viceversa, Tusk ricorda: “Fino a che il Regno unito rimane membro dell’Ue, i Trattati ne garantiscono i diritti” in materia di “residenza, lavoro, sicurezza sociale e salute”. Per garantire che questa situazione non cambi in futuro, sottolinea il presidente del Consiglio europeo, “avremo bisogno di un soluzioni precise e complessive” che “forniscano ai cittadini una genuina garanzia di sicurezza”.