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Home » Politica » Il discorso di addio di Schulz: La democrazia europea è in pericolo, dobbiamo combattere per difenderla

Il discorso di addio di Schulz: La democrazia europea è in pericolo, dobbiamo combattere per difenderla

Nella seduta che si aprirà il 16 gennaio il suo mandato scadrà. Il 17 sarà eletto il nuovo presidente

Redazione</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/eunewsit" target="_blank">eunewsit</a> di Redazione eunewsit
14 Dicembre 2016
in Politica
Martin Schulz in aula. (Foto di Pietro Naj Oleari, EP)

Martin Schulz in aula. (Foto di Pietro Naj Oleari, EP)

Bruxelles – Il presidente del Parlamento Martin Schulz ha presieduto oggi la sua ultima sessione plenaria intera a Strasburgo ed ha pronunciato il suo discorso di addio ai colleghi. Il primo giorno della seduta che inizierà il 16 gennaio il suo mandato scadrà, e il 17 sarà eletto il nuovo presidente, che prenderà le redini dell’Assemblea da quello stesso giorno.

Schulz ha pronunciato un breve discorso di addio, nel quale ha in particolare espresso la sua preoccupazione per “questa democrazia molto transnazionale che è oggi in grande pericolo. Ovunque nel nostro continente, le forze della divisione e gli ultranazionalisti sono di nuovo in aumento”, ha detto.

Ecco di seguito il testo integrale del suo intervento:

“Questo è l’ultima sessione plenaria che presiedo integralmente in qualità di Presidente del Parlamento europeo, ed è un momento commovente per me.

Cinque anni fa, dopo essere stato eletto come Presidente, ho detto che era il mio obiettivo di rendere il Parlamento europeo più visibile, più udibile e più influente. Cinque anni dopo, posso dire che insieme abbiamo raggiunto l’obiettivo: oggi il Parlamento è più visibile, più udibile e più influente che mai.

Negli anni precedenti, siamo riusciti a trasformare il Parlamento europeo in uno spazio di democrazia europea. E’ qui, in questa sala, dove si svolgono i dibattiti più importanti e dove vengono prese le decisioni che rendono la vita delle persone migliore e più sicura.

Con l’introduzione Spitzenkandidaten per la carica di Presidente della Commissione, siamo riusciti a rendere l’Ue più democratica e a rafforzare l’influenza dei cittadini. Grazie a questo, abbiamo irrobustito la nostra democrazia transnazionale.

Questa democrazia molto transnazionale è oggi in grande pericolo. Ovunque nel nostro continente, le forze della divisione e gli ultranazionalisti sono di nuovo in aumento. Essi incitano le persone a rivolgersi contro l’altro e predicano l’abbandono del modello liberale, sociale ed ecologico della società in Europa. Attraverso questo mettono in pericolo una delle più grandi conquiste della civiltà che il nostro continente abbia mai visto.

Ho combattuto contro questo odio con tutte le mie forze e continuerò a farlo in futuro, anche se da una posizione diversa! Perché è e resterà sempre nostro dovere di lottare contro queste forze distruttive, a prescindere dalla posta in nostro possesso.

Il Parlamento europeo, con i suoi 751 membri provenienti da 28 Stati sovrani, che rappresentano 508 milioni di cittadini è un’istituzione unica. Essere presidente di questa istituzione è stato un onore straordinario per me e sono molto grato per questo.

Non sono mai stato un Presidente accomodante o facile. Tuttavia, ho sempre cercato di combattere per la causa dell’Europa al meglio della mia coscienza, in modo che gli europei possono superare le trincee e così che tutti noi possiamo contribuire insieme ad un mondo più pacifico.

Al mio successore e a tutti noi auguro buona fortuna, auguro di avere la forza e la fiducia per cambiare le cose in meglio. Non dobbiamo mai smettere di lottare per rendere questa Europa un posto migliore che sia un esempio per gli altri e che dia speranza a coloro che l’hanno persa. La cerimonia di premiazione Sakharov di ieri ci ha ricordato di questa forza.

Tocca a noi lasciare ai nostri figli e nipoti un’Europa che rappresenti questa speranza.

Con umiltà vi ringrazio per il lavoro che abbiamo svolto in comune”.

Tags: addiodiscorsomartin Schulzparlamento europeopresidente

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