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Home » Cronaca » Stretta dell’Ue sulla privacy: più sicura anche sui social network

Stretta dell’Ue sulla privacy: più sicura anche sui social network

La Commissione Ue ha presentato una proposta sulla protezione dei dati, andando incontro al 92% dei cittadini europei che ritiene “importante mantenere la riservatezza delle e-mail e dei messaggi online”

Lisa D'Ignazio</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/@DIgnazioLisa" target="_blank">@DIgnazioLisa</a> di Lisa D'Ignazio @DIgnazioLisa
10 Gennaio 2017
in Cronaca

Bruxelles – Presto sarà più difficile che qualcuno sbirci nella vostra posta. Fino a oggi le attuali norme europee in materia di privacy riguarda solo i dati in possesso delle compagnie telefoniche. Tutte le informazioni che invece ogni giorno affidiamo a social network come Facebook, WhatsApp, Messenger, Skype o Gmail sono libere dai lacci della privacy previsti per gli operatori di telecomunicazioni tradizionali. La Commissione europea dunque ha approvato oggi un regolamento (che invita Parlamento europeo e Consiglio ad approvare entro il 25 maggio 2018, data di applicazione del regolamento generale sulla protezione dei dati) in base al quale anche i più moderni mezzi di comunicazione saranno sottoposti alle restrizioni del regolamento europeo generale del 2016 sulla protezione dei dati. Il nuovo pacchetto di regole sulla riservatezza delle comunicazioni elettroniche della Commissione, andando incontro ai desideri del 92% dei cittadini europei che, secondo l’ultimo Eurobarometro sulla privacy, ritiene “importante mantenere la riservatezza delle e-mail e dei messaggi online”.

Secondo l’Ue non basta che dei nostri dati siano mantenuti nella riservatezza i contenuti, ma è necessario che anche i metadati, come l’orario della chiamata o il luogo, non siano resi noti.

Per il nuovo regolamento “dovranno essere anonimizzati o eliminati in caso di mancato consenso degli utenti, a meno che non siano necessari, ad esempio per la fatturazione”. Tuttavia, se il sistema della protezione dei dati alza nuovi muri, nel caso in cui l’utente autorizza al trattamento dei dati personali, le aziende hanno una libertà più ampia rispetto a quella attuale per utilizzarli a fini commerciali, seppur con alcuni limiti.

La scelta di porre tanti ostacoli all’uso dei dati personali ha aumentato nell’ultimo periodo la richiesta continua di autorizzazione al trattamento dei dati personali, praticamente compare quasi ogni volta che l’utente apre una nuova pagina su internet. Per evitare questa sorta di bombardamento di richieste di accesso, la normativa prevede la semplificazione della cosiddetta “disposizione sui cookie”. Ad esempio, il consenso non sarà più necessario per i cookie che contano il numero di utenti che visitano un sito web. Per avere un maggiore controllo anche dell’uso dei nostri dati a fini commerciali, la proposta della Commissione vieta le comunicazioni elettroniche indesiderate, indipendentemente dal mezzo utilizzato, ad esempio email, sms o chiamate telefoniche, nel caso in cui gli utenti non abbiano dato il consenso.

A vigilare sul rispetto delle norme attuali non sarà tuttavia l’Unione europea, ma le autorità nazionali per la protezione dei dati. Da parte sua l’Unione con le nuove regole si impegna a limitare la propria libertà nel trattamento dei dati. Maggiori limiti alla gestione dei dati personali sono previsti anche per tutte le istituzioni o dalle agenzie dell’Unione europea i cui utenti da oggi potranno beneficiare di standard di protezione più elevati.

Una maggiore protezione dei dati non è segno di chiusura, ma invece secondo l’esecutivo fornirà una garanzia per poter rimuovere le restrizioni e aprire la strada a una più sicura libera circolazione trans-frontaliera dei dati eliminando inoltre diverse incertezze giuridiche. Lo prevede un’altra proposta avanzata dalla Commissione che introduce soluzioni politiche e giuridiche per realizzare un’economia dei dati a livello di Ue, nell’ambito della strategia per il mercato unico digitale.

Per il Vicepresidente responsabile per il Mercato unico digitale, Andrus Ansip, “eliminare le restrizioni tecniche e giuridiche che impediscono ai dati di essere spostati liberamente potrebbe assicurare all’Europa 8 miliardi di euro all’anno in termini di Pil”.

Tags: AnsipcommissionecookiedatieuropafacebookGooglepersonaliprivacyprotezioneskypeUeWhatsApp

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