Bruxelles – L’Europa è in linea con quanto deciso domenica a Parigi sul conflitto israelo-palestinese. La dichiarazione finale condivisa e firmata nella capitale francese, a termine della conferenza internazionale sul Medio Oriente voluta da Francois Hollande, “riflette la posizione di tutta l’Unione europea”. L’Alto Rappresentante per la politica estera dei 28 Stati membri, Federica Mogherini, schiera così l’Unione dalla parte della comunità internazionale che vuole la soluzione dei “due popoli due Stati”, come è stato deciso dalla relazione finale condivisa da oltre 70 Paesi che hanno partecipato all’incontro.
L’Unione si allinea alla posizione presa domenica 15 gennaio a Parigi, restando ferma sulla linea tracciata dalla risoluzione 2334 (2016) del Consiglio di sicurezza dell’Onu, che chiede al governo di Israele di “interrompere ogni attività” nei propri insediamenti illegali nei territori occupati palestinesi e a Gerusalemme est.
“Una soluzione negoziata con i due Stati, Israele e Palestina, vivendo l’uno al fianco dell’altro in pace e sicurezza, rappresenta l’unica strada per una pace duratura”, si legge nel documento condiviso, tra gli altri, anche dai membri permanenti del Consiglio di Sicurezza Onu e della Lega Araba presenti a Parigi.
Assenti, invece, sia Israele che la Palestina che non sono stati invitati al tavolo del confronto, provocando non pochi malumori, a partire dal Regno Unito che non ha sottoscritto la relazione parigina sul Medio Oriente. Il Paese che sta per abbandonare la famiglia europea ha espresso “forti riserve” rispetto all’assenza dei due principali attori del conflitto, storcendo il naso anche sull’opportunità di organizzare una conferenza internazionale sul conflitto mediorientale a pochi giorni dall’elezione del nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Inoltre, il Regno Unito ha preso le distanze dalla dichiarazione finale anche perché, hanno fatto sapere dal Ministero degli Esteri britannico, “ci sono rischi che questa conferenza abbia inasprito le posizioni, proprio nel momento in cui c’è bisogno di incoraggiare la pace”.
Dure critiche ai colloqui di Parigi sono arrivate dalla stessa Israele, una degli esclusi al tavolo dei negoziati, che per bocca del Primo ministro Benjamin Netanyahu domenica ha definito l’incontro di Parigi “inutile”, aggiungendo che “l’obiettivo è di costringere Israele ad accettare condizioni contrarie ai propri bisogni nazionali”.
Sulle critiche sulla mancata presenza di Israele e Palestina, l’Alto Rappresentante ha dichiarato che “un coinvolgimento diretto delle parti può essere significativo nel processo di negoziazione”, il quale tuttavia può essere “facilitato da un approccio internazionale”.
Mogherini ha presentato “l’unità della comunità internazionale” come base di lavoro da cui partire per risolvere sia il conflitto mediorientale, che quello siriano, i maggiori temi su cui si è concentrato il primo consiglio dei ministri degli Esteri del 2017.