Roma – L’Italia deve recuperare integralmente gli aiuti concessi ai produttori di latte con la proroga sulla rateizzazione delle multe tra il 2010 e il 2011. È il parere dell’avvocato generale della Corte di giustizia europea, Melchior Wathelet, che suggerisce ai giudici (e di solito il parere viene poi accolto) di rovesciare la sentenza con cui il Tribunale Ue aveva bocciato la decisione della Commissione Ue, che aveva punito come aiuto di Stato l’intervento del governo.
La vicenda parte nel 2003, quando il Consiglio europeo ha autorizzato l’Italia a sostituirsi agli allevatori nel pagamento delle multe per lo sforamento delle quote latte, imponendole però di recuperare le somme con una rateizzazione spalmata su un massimo di 14 anni e senza interessi. Inizialmente nostro Paese aveva recepito correttamente l’indicazione del Consiglio, ma poi, ha introdotto modifiche che portavano a 30 anni il periodo della rateizzazione e, per le rate in scadenza a fine 2010 sono stati concessi sei mesi di proroga del termine, al 30 giugno 2011.
La Commissione europea, nel 2013, ha ritenuto che tali variazioni determinavano di fatto un aiuto di Stato nuovo e illegale, così ne ha imposto il recupero. Il tribunale Ue aveva accolto il ricorso dell’Italia contro questa decisione, considerando che in realtà l’aiuto aveva ottenuto il via libera del Consiglio. Oggi, l’Avvocatura generale dà invece ragione all’esecutivo comunitario che “ha ordinato all’Italia di procedere al recupero delle somme concesse ai produttori di latte che avevano usufruito della proroga di pagamento, unitamente agli interessi”.
Secondo il parere espresso oggi, il nostro Paese “ha unilateralmente modificato” le condizioni dell’aiuto autorizzato, “mentre avrebbe potuto semplicemente chiedere al Consiglio di adottare una nuova decisione”. Per questo, secondo Wathelet, è da accogliere la tesi della Commissione europea.