Bruxelles – Non è ancora arrivato il momento di eliminare i controlli alle frontiere interne dell’Ue e di ripristinare il pieno funzionamento di Schengen. La Commissione europea ha approvato la richiesta i prolungare i controlli straordinari in Austria, Germania, Danimarca, Svezia e Norvegia che hanno scelto questa misura straordinaria per far fronte all’incremento di ingressi di migranti in seguito alla crisi siriana, e ha girato la richiesta, per l’approvazione formale, al Consiglio Ue, “. Il prolungamento riguarda “un periodo rigido e limitato di 3 mesi”, ha precisato il commissario all’Immigrazione Dimitris Avramopoulos.
La Commissione ritiene che non siano ancora soddisfatte le condizioni della tabella di marcia “Ritorno a Schengen” che prevedeva l’abolizione dei controlli alle frontiere interne e il ripristino del normale funzionamento dello spazio Schengen.
La decisione di prolungare di altri tre mesi i controlli alle frontiere interne, che il commissario ha specificato deve essere realizzato “solo a condizioni rigorose e solo come extrema ratio” è il risultato “della realtà e dei fatti e non ha nulla a che fare con la politica interna di uno Stato membro”. Lo ha puntualizzato Avramopoulos rispondendo a chi chiedeva se la scelta dell’esecutivo non fosse influenzata dalle prossime elezioni in Germania, aggiungendo che “la nostra politica non può essere influenzata da quello che succede negli Stati membri, la nostra azione politica è oggettiva”.
I confini interessati dalla proroga dei controlli sono: l’Austria sul lato ungherese e sloveno, la Germania sul lato austriaco, la Danimarca, nei porti danesi da cui partono i collegamenti via traghetto con la Germania e alla frontiera terrestre tra Danimarca e Germania, la Svezia, nei porti svedesi nella regione meridionale e occidentale di polizia e al ponte di Öresund, e infine, la Norvegia, nei porti norvegesi da cui partono i collegamenti via traghetto con la Danimarca, la Germania e la Svezia.