Bruxelles – I tentativi della Commissione europea di rimediare alla forte influenza degli interessi delle imprese all’interno dei suoi gruppi consultivi hanno fatto fiasco. A sostenerlo è il Corporate Europe Observatory (Ceo), l’osservatorio che analizza l’influenza delle lobby nell’Unione europea, nella sua ultima ricerca pubblicata oggi. Essa sottolinea come il dominio dell’industria sia ancora evidente nei gruppi di esperti di cui si avvale l’istituzione europea, tanto che in alcuni di questi la quota di membri privenienti dal mondo industriale raggiunge l’80%.
Per la sua analisi, il Ceo ha selezionato dieci gruppi consultivi, sia vecchi che nuovi, di particolare rilevanza politica. Tra questi ci sono gruppi di esperti che consigliano la Commissione europea sulle regole per le emissioni e il futuro dell’industria dell’auto, sul cambiamento climatico, ma anche sulle nuove norme finanziarie e i diversi modi per colpire l’evasione fiscale. Di questi dieci gruppi, sostiene l’osservatorio, cinque restano dominati dagli interessi corporativi.
In particolare, corporazioni e associazioni industriali costituiscono fino al 70% di tutti i gruppi di interesse rappresentati all’interno dei gruppi presi in considerazione. Dall’altra parte, soltanto il 15% dei rappresentanti stanno portando alla Commissione il parere di Ong, e solo il 2% di associazioni sindacali. I gruppi più “sbilanciati” da questo punto di vista sono composti fino all’80% da membri di aziende.
Nel maggio del 2016, la Commissione aveva disposto nuove regole per migliorare la trasparenza, evitare conflitti di interesse e assicurare una rappresentazione equilibrata nei suoi gruppi consultivi. Nonostante la sua buona volontà, secondo lo studio presentato dal Ceo non è ancora riuscita raggiungere questi importanti obiettivi.
“Qualche progresso sulla trasparenza di questi gruppi è stato fatto, ma le corporazioni e i loro alleati manovrano ancora l’agenda (della Commissione, ndr), mentre il conflitto di interessi è evidente”, ha affermato Pascoe Sabido, ricercatore del Ceo. Il membro dell’osservatorio sulle lobby ha sottolineato: “L’industria dell’auto non dovrebbe dominare i gruppi che si occupano di norme sulle emissioni, aziende che fanno evasione fiscale non dovrebbero monopolizzare i gruppi sull’evasione, così come le grandi banche dovrebbero essere tenute lontano dagli esperti che si occupano di regolamentazione finanziaria”.