Bruxelles – Uber, sì o no? Mentre in Italia continuano le proteste dei taxisti inferociti per lo slittamento delle norme anti-Uber contenute nel decreto milleproroghe, contro l’app di San Francisco, è utile capire come funziona Uber nel resto d’Europa.
Partiamo dal lato giuridico della questione. Nel corso del 2017 la Corte di giustizia dell’Ue dovrà emettere una sentenza proprio riguardo a Uber. Alla fine dell’anno scorso, su richiesta di un tribunale spagnolo, adito dai tassisti locali, la Corte è stata infatti chiamata stabilire se Uber debba essere classificata come servizio digitale o azienda dei trasporti, quesito al quale anche la Commissione europea cerca risposta da tempo.
Molto dipenderà dalla decisione della Corte. Qualora essa dovesse stabilire che Uber è un servizio digitale, ossia una piattaforma online che si limita a mettere in contatto autisti e passeggeri, per la app tanto contestata si aprirebbero prospettive molto più serene. Soprattutto, i tassisti non potranno più accusarla di produrre della concorrenza sleale. Se invece Uber venisse classificata dalla Corte dell’Ue come un’azienda di trasporti, la situazione si capovolgerebbe. Uber sarebbe infatti costretta a seguire regole più severe o, nell’ipotesi più estrema, potrebbe persino essere vietata in quanto concorrente dei tassisti con regolare licenza.
La sentenza finale è attesa per la fine del 2017. In ogni caso la maggior parte dei governi europei sembrano favorevoli alla liberalizzazione. Per l’Italia, lo stesso Ministro dell’economia Pier Carlo Padoan, oggi a Bruxelles per il Consiglio Ecofin, si è espresso in favore della liberalizzazione “che favorisce la crescita”, sebbene invocando una “transizione soffice”. Eppure negli Stati dell’Ue la situazione è diversa da caso a caso.
Belgio
A Bruxelles, Uber è illegale poiché rientra in un vuoto normativo di difficile interpretazione e quindi non semplice da colmare. Sono previste multe per chi si improvvisa tassista senza avere la necessaria licenza.
Croazia
Uber aveva previsto di sbarcare in Croazia nel corso del 2015, le associazioni e le società di taxi hanno chiesto al governo di adottare misure che non sono tardate ad arrivare, caricando i servizi Uber di tasse.
Danimarca
Le autorità danesi hanno avviato un’indagine per comprendere se Uber è legale o meno. Nel frattempo il servizio è attivo, nonostante il ministro dei trasporti, a gennaio del 2015, abbia sostenuto che l’app sia illegale.
Finlandia
Anche in questo caso Uber sfrutta un vuoto normativo. La polizia ha però esortato i cittadini a segnalare gli autisti Uber.
Francia
Nel 2016, Uber France è stata condannata a pagare 1,2 milioni di euro all’’Union nationale des taxi’. Non si è trattato nemmeno della prima multa: Uber era già stata sanzionata nel 2015, per 150 mila euro dalle autorità francesi. In precedenza Thibaud Simphal e Pierre Dimitri Gore-Coty, manager di Uber in Francia, erano stati arrestati poiché, nonostante la sospensione, il servizio UberPop continuava a operare nell’illegalità.
Germania
In Germania, Uber Pop (il servizio nel quale ognuno può improvvisarsi autista) è stato proibito da un decreto del maggio 2015. A Francoforte Uber ha dovuto rinunciare ai propri servizi, successivamente la compagnia si è ritirata anche da Dusseldorf e Amburgo, in seguito alle accese proteste dei tassisti. Uber ha però presentato un ricorso alla Commissione europea contro la chiusura del servizio Pop. Nel frattempo l’azienda ha cercato di rilanciare sul mercato il servizio Uber X, simile a quella degli Ncc italiani (noleggio con conducente).
Italia
Come testimoniano i fatti degli scorsi giorni, nel Belpaese è in atto una forte protesta contro Uber. I tassisti sono in sciopero da giorni e intendono andare avanti a oltranza. Molti di essi ritengono che il decreto Milleproroghe sia in realtà una sorta di sanatoria pro-Uber. Attualmente il servizio è disponibile solamente nella versione premium, ossia attraverso autisti Ncc. L’Italia è praticamente l’unico paese europeo dove Uber non ha un servizio low cost.
Olanda
A fine 2014 UberPop è stato vietato. Per quanto riguarda Uber, anche se gli enti locali non sono entrati nel merito, è stato dichiarato che chiunque trasporti persone senza regolare licenza può essere pesantemente multato fino a 40 mila euro. Nonostante ciò, Uber è attivo.
Polonia
Uber sta riscontrando una forte crescita in Polonia, dove è operativo dall’estate del 2014. Solo a Varsavia nell’ultimo periodo si sono registrati 10 mila nuovi utenti ogni mese. “La Polonia è il nostro terzo mercato più grande in Europa”, ha detto il responsabile dell’azienda in Polonia, Kacper Winiarczyk, in un’intervista per Polskie radio.
Regno Unito
Dopo le numerose lotte intraprese dai tassisti, nell’ottobre del 2015 la Corte suprema ha sentenziato che le attività di Uber sono perfettamente legali. Tuttavia, nell’autunno dello scorso anno, un tribunale londinese ha sancito il diritto degli Uber driver inglesi al salario minimo, accogliendo la richiesta del sindacato che sosteneva che lo status di lavoratore indipendente non fosse adeguato agli autisti.
Spagna
Uber è tornata operativa per le strade di Madrid soltanto a marzo del 2016. Per un anno e mezzo il servizio di ‘taxi alternativo’ era stato vietato. Grazie a una modifica legislativa, il servizio è tornato in funzione nella capitale spagnola con la versione X. Come in Germania, cioè, chi intende svolgere il servizio di trasporto per Uber, deve possedere una licenza.