Bruxelles – La Svezia ripristinerà il servizio militare per rispondere alle tensioni con la Russia nella regione del Mar Baltico. L’annuncio è arrivato oggi dal Paese scandinavo, che ha soppresso il reclutamento nel 2010.
“Il governo vuole un metodo di reclutamento più stabile e intende aumentare la nostra capacità militare perché la situazione della sicurezza è cambiata”, ha spiegato il ministro della Difesa Peter Hultqvist. Un progetto di legge apposito sarà adottato oggi in Consiglio dei ministri. Il servizio militare obbligatorio sarà ripristinato dalla prossima estate per tutti i cittadini nati dopo il 1999. Circa 13.000 svedesi saranno mobilitati a partire dal luglio 2017 (per 11 mesi circa), ma solo 4.000 saranno selezionati in base alle loro motivazioni e capacità, e chiamati alle armi per il 2018 e 2019. “L’attivismo militare della Russia è uno dei motivi della nostra scelta”, ha dichiarato un ufficiale della difesa svedese.
Nel 2010, la Svezia sotto il precedente governo di centro-destra aveva rimosso la coscrizione, dopo non aver vissuto conflitti armati nel suo territorio per più di due secoli. Ma gli altri Paesi scandinavi e baltici hanno privatamente accusato Stoccolma di essere ingenua nel ridurre le sue spese militari così tanto negli ultimi anni. “Gli svedesi hanno tenuto la testa sotto la sabbia per anni”, ha detto in merito un ufficiale dei Paesi nordici. La Svezia non fa parte della Nato ma ha sottoscritto il Partenariato per la pace, un programma lanciato nel 1994 per sviluppare la cooperazione militare tra Alleanza atlantica e paesi non membri.
Tuttavia, l’insicurezza sulle intenzioni della Russia dopo l’annessione della Crimea ha portato a un crescente dibattito nel Paese sulle possibilità di unirsi alla Nato. La ministra degli esteri svedese, Margot Wallstrom, ha recentemente dichiarato al Financial Times che “la crescente minaccia russa, combinata con l’incertezza riguardo gli impegni militari di Stati Uniti e Regno Unito portano le nazioni nordiche a rafforzare i propri sforzi di cooperazione”. “Gli Stati baltici in particolare sono davvero preoccupati per quello che la Russia potrebbe fare. Questo ha condotto ad una più forte intesa tra Stati nordici e baltici e non penso che questo scomparirà nei prossimi anni”, ha detto la ministra.