Roma – L’Italia ha “onorato gli impegni con l’Europa sui migranti, dall’apertura degli hotspot alle identificazioni, ma non mi sembra che l’Europa abbia rispettato gli impegni sui ricollocamenti. Tutti vengono a farci le pulci, ma noi i compiti a casa li abbiamo fatti, mentre l’Europa, per l’ennesima volta ci ha lasciati in braghe di tela”. È lo sfogo del Capo della Polizia, Franco Gabrielli, davanti ai parlametari della commissione d’inchiesta sul sistema di accoglienza. Gabrielli ha promesso poi che saranno aperti entro fine mese i due nuovi hotspot, i centri di prima accoglienza per l’identificazione e la registrazione dei migranti, che mancano per arrivare ai sei che l’Unione europea ha richiesto all’Italia. Le due nuove strutture di Messina e Mineo, in Sicilia, si aggiungeranno alle quattro esistenti di Lampedusa, Pozzallo, Trapani e Taranto che ad oggi garantiscono 1.600 posti.
Il prefetto ha anche elencato le cifre del fenomeno migratorio, che dal 2014 al 2016 ha visto arrivare in Italia attraverso il Mediterraneo 505mila persone, di cui 181mila solo lo scorso anno, con un aumento del 24% rispetto al 2015. Nei primi mesi di quest’anno, ha poi riconosciuto Gabrielli, “registriamo un trend crescente” degli arrivi. Tuttavia, ha precisato, nonostante le “allarmate rappresentazioni dove si parla di un aumento del 75%”, che pure è stato registrato dalle autorità italiane, “l’esperienza ci insegna che i dati relativi ad un periodo così breve non sono significativi”. Riguardo ai minori, categoria per la quale c’è un disegno di legge in esame in Parlamento, Gabrielli indica che nel 2016 ne sono arrivati poco più di 28mila, e ben 25mila sono quelli non accompagnati da genitori o parenti che se ne possano fare carico.
Il capo della Polizia ha definito “infondati i giudizi negativi” sulle pratiche di registrazione dei migranti e le accuse di mancato rispetto dei loro diritti. Riguardo alla possibilità di trattenere chi rifiuta di farsi identificare, sottolinea, “il trattamento dello straniero non è diverso da quello riservato al cittadino italiano sprovvisto di documenti”.
Ricordando che la Commissione europea ha indicato “la necessità di velocizzare i procedimenti” relativi al riconoscimento o meno delle richieste di asilo, Gabrielli ritiene che “il pacchetto recentemente varato dal governo vada in questa direzione”. Un giudizio confermato anche a proposito delle misure relative ai rimpatri, che a suo avviso vanno resi più efficienti se si considera che a fronte di “41mila irregolari individuati” nel nostro Paese, appena “18mila sono stati effettivamente espulsi”.