Bruxelles – È stato un incontro “importante e utile per alcune questioni che stanno a cuore all’Italia” ha affermato il premier Gentiloni a conclusione delle riunioni del Consiglio europeo tenutosi ieri e oggi a Bruxelles. Tra le questioni cruciali per il nostro paese, quella dell’immigrazione per cui l’Italia “può essere soddisfatta” dalle conclusioni adottate dai leader dei 28 stati membri. Anche se “i problemi con cui ci dobbiamo confrontare non si risolvono con le conclusioni di un documento del Consiglio europeo”, Gentiloni si è detto soddisfatto degli impegni sottoscritti dai 28 stati membri per maggiori finanziamenti “in particolare nella finestra africana”. “Sulla Libia – ha chiarito Gentiloni in conferenza stampa – è necessario fare un “doppio lavoro, per stabilizzare il paese e metterlo in grado di gestire flussi migratori”.
Bene anche per l’impegno ad utilizzare la politica dei visti con lo scopo di incentivare accordi sui rimpatri con paesi terzi: “Dove ci sono accordi buoni stiamo aumentando il numero dei rimpatri”, ha spiegato il premier, sottolineando l’importanza di “usare l’arma dei visti”. Infine, il premier ha espresso soddisfazione in merito alla cooperazione regionale nelle attività di ricerca e soccorso dei migranti in mare, “concetto che esprime il fatto che non può essere solo il paese di primo arrivo a farsi carico delle persone che arrivano”, e per il maggiore impegno preso in termini di “solidarietà con i paesi che sono in prima linea per la gestione dei flussi migratori” tra cui, appunto, l’Italia. Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha confermato questo impegno: “Dobbiamo porre fine alla tragica situazione dei migranti – da detto -, e dobbiamo sostenere di più l’Italia”. Anche il presidente della Commissione europea è tornato sul tema alla fine del Summit, dicendo che “gli impegni presi vanno rispettati da tutti, e non tutti gli Stati fanno il loro dovere al punto giusto”. Secondo il presidente di turno dell’Ue, il maltese Joseph Muscat, “c’è disappunto perché alcuni Stati non fanno quello che devono, ma le cose – ha commentato al termine dell’ultimo Vertice del suo mandato – ora vanno meglio”.
Di solidarietà ha parlato anche la cancelliera tedesca Angela Merkel, durante la conferenza stampa tenuta insieme al premier francese Emmanuel Macron, in cui ha invitato i leader europei a un esercizio di scambio di ruoli per comprendere le problematiche altrui e agire nell’interesse comune. “La mia concezione di Europa se siamo tutti intorno a un tavolo e abbiamo frontiere comuni – ha spiegato la Merkel – vuol dire che mi devo mettere al posto del premier greco e italiano che vedono arrivare ogni giorno nuovi rifugiati”. “Non bisogna rallegrarsi per il fatto di essere in mezzo al continente e non ricevere tanti profughi, ma mettersi nei panni degli altri”, ha raccomandato la Merkel, con lo scopo di “riflettere e raggiungere compromessi”.
L’inquilino di Palazzo Chigi ha commentato positivamente anche le decisioni prese sulle procedure di valutazione e di voto per il ricollocamento delle due Agenzie europee Ema (Agenzia europea del farmaco) e Eba (Autorità bancaria europea) che dopo la Brexit dovranno trovare un nuovo luogo di residenza in Europa. “Sono soddisfatto del risultato ottenuto sul metodo” ha affermato Gentiloni: “Il ruolo della commissione di assessment tecnico sarà un ruolo fondamentale. Ci siamo battuti per questo perché siamo convinti che Milano si una città che se si guarda nel merito, ha le carte in regola e forse più di altre”. In attesa del verdetto finale che arriverà a Novembre, dunque, il premier è ottimista, nonostante alcune delle modifiche al testo originale rivendicate dall’Italia nei giorni scorsi non siano state incluse nelle conclusioni.
Sulla Russia, il governo Italiano insieme agli altri 27 ha deciso il rinnovo delle sanzioni e su questo punto, che pare aver scaturito le discussioni più lunghe e approfondite, il premier Gentiloni ha espresso la necessità di maggiore riflessione politica. “Le sanzioni non possono essere né perenni né scontate”. Sebbene il rinnovo sia stato adottato all’unanimità da parte degli stati membri, il premier ha chiarito che sono emerse “diverse sfumature sul fatto che questo possa essere lo strumento principale su cui puntare in futuro”. “Lo strumento delle sanzioni è ormai diventato un elemento del paesaggio”, ha affermato Gentiloni, spiegando che sebbene “le riconfermiamo per ribadire l’inaccettabilità di ciò che è accaduto, con il passare del tempo, la loro capacità di incidere può non essere straordinaria”.