Bruxelles – Per la gestione dei flussi di migranti in arrivo dal Mediterraneo centrale, l’impegno finanziario dell’Ue non basta ed è difficile pensare di avere missioni internazionali di salvataggio in mare, ma un solo Paese che si occupa dell’accoglienza. Questi i punti principali sollevati dal Ministro degli Interni Marco Minniti nell’informativa urgente alla Camera, in vista del vertice informale che si terrà a Tallinn nei prossimi giorni tra i ministri degli Interni e della Giustizia europei. Vertice nel quale la questione dell’immigrazione sarà un tema caldo.
Per affrontare una fenomeno che secondo il ministro “per i prossimi anni accompagnerà il mondo e non l’Italia”, e che già da tempo non ha più i toni dell’emergenza, ma piuttosto quelli di un problema strutturale, servono risorse finanziarie. Risorse che l’Ue ha già messo in campo con 153 milioni per il 2017 e un impegno ad alzare la cifra fino a 200 milioni per il 2018. Cifre che però Minniti ha giudicato “insufficienti”, insistendo sulla necessità di “un impegno diretto da parte dei singoli Stati membri”, oltre che sproporzionate rispetto a quelle impegnate per bloccare i flussi sulla rotta balcanica. “C’e’ una sproporzione evidente tra quello che si e’ investito nella rotta balcanica e quello che si sta investendo oggi nel Mediterraneo centrale – ha affermato il ministro alla Camera – Una sproporzione non comprensibile e, a mio avviso, non accettabile”. Un maggiore impegno economico, a detta del ministro, serve specialmente in Libia, paese altamente fragile e instabile “dove si gioca la partita cruciale” e da dove provengono il 97% delle persone che vengono salvate e che poi arrivano nel nostro Paese.
Sulla richiesta dell’apertura dei porti da parte di altri Paesi europei che tanto ha fatto discutere in questi giorni dopo gli annunci contrari arrivati da Francia e Spagna “è difficile pensare che ci possa essere una missione internazionale di salvataggio, ma che poi l’accoglienza sia di un solo paese”, ha commentato il Ministro, riferendosi a Triton e Sophia, missioni delle agenzie Ue con mezzi di diversi Paesi membri, che però portano tutti i migranti salvati nel Mediterraneo solo ed esclusivamente nel nostro Paese. “Separare la salvezza in mare dalla terra che accoglie rischia di apparire come una grande ipocrisia”, ha attaccato Minniti.