Bruxelles – La combinazione “del diavolo” fatta di “alcol e zucchero, che distrugge i denti, portando via il loro smalto, facendoci buchi e staccandoli dalle gengive”. Cosa sarà mai? Qualche ricetta segreta di uno stregone vodou haitiano? No, è il semplice, caro, buon Prosecco italiano, secondo la descrizione fatta da Zoe Williams , provocatoria editorialista di alimentazione del prestigioso quotidiano britannico Guardian.
La giornalista scrive un lungo articolo nel quale conclude dicendo che , in particolare per le donne, è meglio lasciar perdere questo vino sopraffino, perché rovina la salute delle bocche, britanniche e non. Il pezzo, che presenta un rischio obiettivamente un po’ eccessivo, almeno per chi non beve due litri di prosecco al giorno e non si lava i denti, non sfugge alla Coldiretti, dove saltano sulle sedie e attaccano in chiave politica. “Con la Brexit si rafforza lo spirito protezionista della Gran Bretagna e il quotidiano “The Guardian’” attacca con fake news il Prosecco che è il vino più apprezzato dai britannici che vantano un record di 40 milioni di litri stappati solo l’anno scorso”, tuona una nota della confederazione che parla esplicitamente di una “bufala”.
“Anziché prendersela con le bevande zuccherate e gassate più diffuse – stigmatizzano gli agricoltori italiani – si attacca strumentalmente un prodotto naturale. Un tentativo maldestro per screditare il Prosecco”.
La preoccupazione è giustificata. La Gran Bretagna è diventata nel 2016 il primo mercato mondiale di sbocco dello spumante italiano con le bottiglie esportate che hanno fatto registrare un aumento record del 33% per un valore di 366 milioni di euro mai registrato prima. In Gran Bretagna sono state spedite il 30% delle bottiglie esportate, in pratica quasi 1 su 3. Una dimostrazione dell’apprezzamento conquistato dalle bollicine italiane “anche per l’ottimo rapporto prezzo qualità che ora si cerca di frenare con stravaganti menzogne”, sostiene Coldiretti.
Le esportazioni di Prosecco secondo la Coldiretti nei primi cinque mesi del 2017 hanno fatto registrare un aumento del 12% mentre la media dei prodotti agroalimentari italiani è rimasta praticamente stabile, per l’effetto della svalutazione della sterlina ma forse anche un atteggiamento più “nazionalista” da parte degli inglesi che porta alla sostituzione dei prodotti di importazione. Una delle preoccupazioni dell’uscita dall’Unione Europea della Gran Bretagna dove – conclude la Coldiretti – “l’agroalimentare Made in Italy ha raggiunto 3,2 miliardi di valore delle esportazioni nel 2016 tra bevande e alimenti”.