Bruxelles – Il ministro degli Esteri britannico Boris Johnson è pronto a dimettersi entro il weekend se la premier Theresa May non accetterà la sua linea sulla Brexit. No, forse invece no. SI alza la tensione nel partito Conservatore britannico, a causa della debolezza della Leader Theresa May e del prossimo appuntamento con la difficile Conferenza annuale.
Secondo quanto riferisce il quotidiano britannico di orientamento conservatore Daily Telegraph, Boris Johnson, nonostante abbia più volte e pubblicamente negato che lascerà il gabinetto ministeriale, sarebbe intenzionato a rinunciare alla sua carica in quanto contrario a un tipo di Brexit ‘in stile svizzero’ su cui il Primo Ministro Theresa May potrebbe porre l’accento nel discorso che pronuncerà a Firenze, il prossimo venerdì. Dopo alcune ore, da New York dove è per l’Assemblea dell’Onu, Johnson ha però smentito tutto: “Il governo lavora insieme, ed è un nido con diversi uccelli che cantano – ha detto poetico -. Lavoriamo insieme perché la Gran Bretagna abbia vantaggio dalle opportunità della Brexit.
Questo accordo, promosso dal cancelliere dello Scacchiere Philip Hammond, voce ‘moderata’ e attenta agli interessi della City all’interno dell’esecutivo, prevede una membership del Regno Unito nell’Ue sul modello di quella esistente tra l’Unione e la Svizzera (oltre 100 accordi bilaterali), in virtù della quale il Paese pagherebbe un alto prezzo per l’accesso al mercato unico e all’unione doganale. Un accordo ritenuto inaccettabile da Johnson, il quale, in vista della riunione chiave del governo Tory sul dossier Brexit prevista per domani, punta invece ad un accordo sulla linea di quello con il Canada, che lascerebbe il Regno Unito più libero sul fronte della libertà di circolazione delle persone, ma garantirebbe una minore integrazione con lo spazio economico europeo.
Johnson teme che un accordo ‘in stile svizzero’ limiterebbe la capacità del Regno Unito di stringere accordi con altri Stati e costringerebbe il Paese a tenere eccessivamente conto dei regolamenti comunitari. Per questo motivo, si è voluto riproporre in veste di capofila dei ‘brexiteers’ con un’intervista la scorsa settimana che ha acceso polemiche, provocando la reazione stizzita della stessa May e alimentando il sospetto di una sua candidatura in vista della sfida alla debole leadership della premier nel Partito Conservatore.
Sulla scia delle speculazioni sulla posizione di Boris Johnson nell’esecutivo britannico, alcuni deputati conservatori, tra cui l’ex Cancelliere Ken Clarke, si sono espressi affermando che, se Theresa May non rischiasse la leadership licenziando l’uomo che gode del sostegno degli inflessibili euroscettici britannici, avrebbe senza dubbio già sollevato Johnson dall’incarico di ministro degli Esteri.