Bruxelles – Non più dieci anni, ma cinque. La Commissione europea rivede la sua proposta per il rinnovo dei permessi di utilizzo di glifosato nell’Ue, la cui scadenza è prevista per il 15 dicembre. I rappresentanti degli Stati membri non hanno saputo raggiungere la maggioranza qualificata sulla proposta originaria dell’esecutivo comunitario, che il 9 novembre sottopone al Comitato per piante, animali, alimenti e i mangimi dell’Ue (comitato Paff) la nuova richiesta. Quello che cambia è il periodo di estensione delle autorizzazioni per l’utilizzo e la messa in commercio del principio attivo contenuto negli insetticidi usati in agricoltura: si passa da 10 anni a 5 anni, una posizione che si allinea a quella espressa dal Parlamento europeo, che ha chiesto la graduale uscita del glifosato dal mercato per arrivare a una messa al bando completa del principio attivo dal 2022.
Il voto del 9 novembre potrebbe essere il momento della verità su un tema che finora ha diviso Stati membri e istituzioni comunitarie. I governi non hanno mai sostenuto la proposta con i voti necessari (almeno il ‘sì’ del 55% degli Stati membri, per una rappresentanza minima del 65% della popolazione dell’Unione europea), il Parlamento ha votato due volte per la messa al bando del glifosato, considerato come potenzialmente cancerogeno dall’Agenzia per i tumori dell’Onu (Iarc) ma non dalle Agenzie dell’Ue per la sicurezza alimentare (Efsa) e per i prodotti chimici (Echa).
Per questo motivo il gruppo dei Verdi in Parlamento ha proposto l’istituzione di una commissione d’inchiesta per chiarire le modalità con cui l’esecutivo comunitario insiste nel voler rinnovare i permessi per il glifosato. “A partire da oggi inizieremo la raccolta delle firme necessarie per istituire una Commissione d’inchiesta”, l’annuncio della co-presidente dei Verdi, Ska Keller. “Siamo preoccupati per la legalità di alcuni aspetti del processo che ha portato alla decisione di proporre il rinnovo delle autorizzazioni”.