Bruxelles – Le imprese britanniche hanno bisogno di “certezze” e “chiarezza” entro la fine dell’anno sul periodo di transizione che il Regno Unito dovrà affrontare dopo la Brexit. La questione è divenuta “urgente” per la direttrice generale della Confederation of British Industry (Cbi) Carolyn Fairbairn, secondo cui è arrivato il “momento delle decisioni” che peseranno sul futuro delle aziende e del Paese. Parlando alla Bbc la leader della Confindustria britannica ha citato i dati di un sondaggio che afferma che il 60% delle imprese, entro il marzo 2019 quando avverrà formalmente il divorzio, avranno messo in campo i loro piani di emergenza per affrontare l’uscita dalla Ue. “Questo significa veri posti di lavoro, persone in carne ed ossa, e reali implicazioni per la nostra economia”, ha spiegato Fairbairn avvertendo che con un accordo con Bruxelles sul periodo di transizione post Brexit “tre quarti delle imprese ci hanno detto che un accordo le porterebbe a sospendere i loro piani di emergenza”.
Al di là dei problemi nel negoziato “ci sono all’orizzonte enormi opportunità” per il Regno Unito, ha affermato la premier Theresa May nel suo discorso all’assemblea della Confederazione degli industriali. “La Gran Bretagna ha avuto successo nel passato quando abbiamo avuto fiducia nella nostra forza e coraggio nelle nostre azioni”, ha rivendicato la premier che ha anticipato la pubblicazione, entro novembre, di un piano di strategia industriale che avrà un “approccio equilibrato” e cercherà di evitare i “fallimenti dell’interventismo di stato degli anni ’70”.
La Gran Bretagna “vuole forgiare una ambiziosa partnership economica” con l’Ue ha ribadito May sottolineando però che è necessario essere “realistici” sul fatto che servirà tempo per raggiungere un accordo finale su un trattato di libero scambio.