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Home » Politica » Visegrad prova a bloccare la riforma di Dublino, Strasburgo costretta al voto

Visegrad prova a bloccare la riforma di Dublino, Strasburgo costretta al voto

88 deputati dei diversi schieramenti ma quasi tutti di Polonia, Repubblica ceca, Slovacchia e Ungheria hanno chiesto di portare in Aula il mandato negoziale che altrimenti sarebbe stato approvato automaticamente

Alfonso Bianchi</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/@AlfonsoBianchi" target="_blank">@AlfonsoBianchi</a> di Alfonso Bianchi @AlfonsoBianchi
15 Novembre 2017
in Politica

dal nostro inviato

Strasburgo – Che la riforma delle regole di Dublino sul diritto di asilo avrebbe avuto un cammino difficile era chiaro fin dall’inizio, ma sembrava che almeno in Parlamento il percorso sarebbe stato quantomeno più semplice. Il mandato negoziale approvato in commissione Libertà civili, sul testo elaborato dai deputati, avrebbe dovuto essere approvato con una procedura automatica in questa Plenaria senza passare da un voto. Ma il gruppo di Visegrad (Polonia, Repubblica ceca, Slovacchia e Ungheria) ha fatto sentire con forza anche a Strasburgo la sua contrarietà a ogni modifica al regolamento sull’asilo politico, soprattutto nella parte in cui si chiede di superare il principio del Paese di primo ingresso, quello che afferma che lo Stato in cui arriva il richiedente asilo deve farsi carico della domanda. E così all’ultimo secondo 88 deputati, guidati dal popolare Ceco Tomáš Zdechovský, hanno raccolto le firme e chiesto che il testo fosse messo ai voti (la votazione sarà domani), mettendo insieme una coalizione più “regionale” che politica a cui hanno aderito 20 popolari, 41 conservatori (tra cui un britannico), sette socialisti, cinque popolari, tre non iscritti e addirittura due membri della Sinistra Unita Gue e un Verde (Cechi i primi due Verde il terzo).

“Sono orgogliosa che abbiano raccolto queste firme, vuol dire che la rivoluzione funziona e che i Visegrad, che sono contro accoglienza e solidarietà e che vogliono i muri, hanno capito che la nostra riforma di Dublino per loro è pericoloso e sostiene la solidarietà obbligatoria”, ha dichiarato Alessandra Mussolini, relatrice ombra del provvedimento per il Ppe, secondo cui “80 firme non sono niente e la posizione di Manfred Weber”, il capogruppo dei popolari a Strasburgo, “è chiarissima” e a favore della proposta. Non è spaventata dal voto neanche l’altra relatrice ombra, quella dei socialisti, Elly Schlein, che ha ricordato che l’opposizione dei Paesi Visegrad “non ha impedito in commissione Libertà civili di raggiungere una larghissima maggioranza”, a favore del testo, sottolineando che “anche deputati polacchi l’hanno votata” in commissione.

Tags: Alessandra MussoliniAsilo politicoElly Schleinparlamento europeoriforma di Dublino

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