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Home » Politica » Amato: “Bisogna cambiare i trattati dell’Ue, ma a piccoli passi”

Amato: “Bisogna cambiare i trattati dell’Ue, ma a piccoli passi”

Per l'ex premier cittadini e governi non sono favorevoli a una riforma globale dei trattati. E sugli Stati Uniti d'Europa dice: "Qui le condizioni sono diverse che negli Usa"

Alfonso Bianchi</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/@AlfonsoBianchi" target="_blank">@AlfonsoBianchi</a> di Alfonso Bianchi @AlfonsoBianchi
27 Novembre 2017
in Politica

Bruxelles – L’Europa va riformata, è chiaro, ma non bisogna puntare a uno stravolgimento dei trattati e a un percorso federale come quello di altri Paesi come gli Stati Uniti. Gli europei non sono pronti (e nemmeno i governi disposti) e quindi è meglio procedere a piccoli passi nelle aree in cui è più urgente. Poi se queste riforme porteranno i risultati sperati altre ne seguiranno con il consenso delle popolazioni. Ne è convinto Giuliano Amato che è intervenuto al convegno “Verso un momento costituzionale? Scenari alternativi per una riforma dei Trattati europei”, organizzato da Mercedes Bresso al Parlamento europeo.

“Gli europei sono generalmente insoddisfatti dei pochi risultati che porta l’Unione e quindi sono pronti a accettare accordi che potrebbero migliorare la capacità decisionale” di Bruxelles, ma “bisogna lavorare sulle aree dove sono necessarie migliori decisioni”, si deve “fare un primo passo” e “non lavorare sull’architettura complessiva”, ha affermato l’ex premier e ora giudice della Corte costituzionale italiana. La Brexit è stata per Amato una scossa positiva perché ha fatto capire agli europei, a suo avviso, l’importanza dell’Unione. “I cittadini degli altri Stati è stato hanno percepito la cosa come un problema per i britannici pensando ‘ora per loro andrà peggio, non voglio che accada anche qui’”, e così ora sono più aperti a delle modifiche ‘costituzionali’ dell’Unione, a patto che queste modifiche siano graduali e si mostrino utili.

Delle “forze motrici” del cambiamento “sono sempre necessarie”, ha dichiarato il giudice ma “si dovrebbero concentrare nelle aree dove servono miglioramenti e andare settore per settore definendo dei miglioramenti, con conseguente modifica trattati”, e così facendo “pezzo dopo pezzo si può ricreare la fiducia che manca, la solidarietà che manca, e questo lo disse anche Robert Schuman: l’Europa non si farà in un unico passo”.

Amato si è mostrato però scettico sulla possibilità un giorno di creare gli Stati Uniti d’Europa, e questo per il persistere dello spirito nazionalista nei Paesi membri. Negli anni, ha detto, “ho avuto più opportunità di notare che molti dei nostri cittadini condividono la visione che l’identità nazionale è importante e deve essere difesa”, e che “l’Europa può essere democratica finché mi da voce come europeo e italiano, irlandese, francese, lettone e così via”, insomma bisogna “dare ruolo alle istituzioni nazionali anche nelle questioni europee”. In questo l’Europa è molto differente dagli Usa perché “in Europa è nato lo Stato nazione, noi abbiamo tradizioni e linguaggi differenti, cosa che non c’è invece negli Stati Uniti”, ha concluso Amato.

Tags: giuliano amatoriforma dei trattati Ueunione europea

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