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Home » Politica » Elezioni in Corsica: autonomisti al 45%, ma non ci sarà un effetto Catalogna

Elezioni in Corsica: autonomisti al 45%, ma non ci sarà un effetto Catalogna

La coalizione al governo aspira a uno statuto speciale per l'isola entro tre anni, ma i loro leader rassicurano chi teme un effetto Catalogna: "Il modello catalano non è trasferibile alla Corsica"

Veronica Di Norcia</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/@Veronicadin" target="_blank">@Veronicadin</a> di Veronica Di Norcia @Veronicadin
4 Dicembre 2017
in Politica

Bruxelles –  In Corsica avanzano gli autonomisti. Al primo turno delle elezioni di ieri, ‘Pè a Corsica’ lista di coalizione formata dall’alleanza dei due maggiori partiti identitari corsi, l’autonomista ‘Femu a Corsica’ di Gilles Simeoni e l’indipendentista ‘Corsica Libera’ di Jean-Guy Talamoni, ha ottenuto il 45,4%. La coalizione era già alla guida dell’isola con il presidente Simeoni, ma in questa tornata elettorale ha quasi raddoppiato i consensi rispetto al primo turno delle passate consutazioni (24,3%) ed è quasi 10 punti sopra al 36% che gli valse la vittoria al secondo turno. Non si teme tuttavia un ‘effetto Catalogna’.

Se alla seconda tornata, domenica 10 dicembre, ‘Pè a Corsica’ risultasse riconfermata come coalizione vincitrice, il programma portato avanti dal nuovo governo punta a ottenere maggiore autonomia da Parigi, ma senza velleità di separatismo. La lista, da quando è diventata maggioritaria,  è riuscita a porre un argine alle aspirazioni separatiste e alle azioni armate del Fronte nazionale di liberazione corso.  “Pè a Corsica” aspira a far approvare dal governo di Parigi uno statuto speciale regionale entro tre anni, che possa diventare operativo entro il 2027.

“Credo che oggi” – ha detto Jean-Guy Talamoni dopo la diffusione dei risultati – “la Corsica abbia inviato un segnale molto forte a Parigi e abbia detto in modo ampiamente maggioritario: vogliamo la pace, vogliamo la democrazia, vogliamo costruire un’isola emancipata. A Parigi spetta il compito di fare la propria parte del cammino perché insieme troviamo una soluzione politica”. Soluzione che deve passare per una riforma costituzionale che riconosca una maggiore autonomia, secondo i leader della coalizione. “Se la Costituzione non rappresenta un popolo, spetta alla Costituzione cambiare, non al popolo scomparire”, ha dichiarato Simeoni, precisando però “il modello catalano non è trasferibile alla Corsica” e che in ogni caso l’indipendenza “non è il problema adesso”.

Alle spalle degli autonomisti si è piazzata la destra regionalista di Jean-Martin Mondoloni, con il 15 per cento circa, seguita dai Repubblicani ‘Voir plus grand pour elle’ di Valérie Bozzi, con il 12%.  Solo quarto Jean Charles Orsucci, candidato della costola corsa di En Marche, la lista del presidente francese Emmanuel Macron, con poco più dell’11%. Tutti i partiti di sinistra non hanno superato la soglia di sbarramento del 7%, e non passeranno al secondo turno, dove non ci sarà neanche il Front National , che si è fermato poco sopra il 3%.

Tags: CorsicaelezioniEmmanuel MacronFront Nationalindipendentistinazionalistiprimo turnosecessionistiTamaloni

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