Roma – Investimenti, mercato unico digitale ed energia: saranno queste le principali priorità dell’esecutivo comunitario per il 2018. Le ha indicate in un’audizione in Senato Beatrice Covassi, capo della Rappresentanza della Commissione europea in Italia, confermando l’impegno di Palazzo Berlaymont sul dossier immigrazione e ribadendo le proposte per la futura governance dell’Eurozona.
In audizione davanti ai senatori della commissione Politiche Ue – impegnati in uno degli ultimi appuntamenti parlamentari prima dell’imminente scioglimento delle Camere, come ha sottolineato il presidente Vannino Chiti in apertura – Covassi ha parlato della “ripresa economica, che c’è” ma “che va rafforzata”, puntando su “investimenti, mercato unico digitale ed energia”, appunto.
Sul primo capitolo, il “fondo europeo per gli investimenti strategici in Italia ha avuto un successo notevole”, ha indicato l’esponente della Commissione parlando di “finanziamenti per 6,4 miliardi di euro” e di “accordi che coinvolgono e coinvolgeranno 200mila piccole e medie imprese”. Solo la Francia ha sfruttato il Piano Juncker di più. Il prossimo anno bisognerà “monitorare con molta attenzione tutte le partnership per valutare l’effetto leva suscitato sui capitali privati”, avverte, ma il piano sembra funzionare e così sarà prorogato fino a fine 2020 incrementando l’obbiettivo di investimenti finali a 500 miliardi di euro, dopo il recente via libera arrivato il 12 dicembre dal Parlamento europeo.
Riguardo al mercato unico digitale, “dobbiamo spingere molto”, ha proseguito Covassi lamentando le lentezze dei co-legislatori. Parlamento e Consiglio europei verranno stimolati ad accelerare “soprattutto sul codice europeo delle comunicazioni elettroniche, sulla riforma del diritto d’autore e sulla direttiva sul contenuto digitale”, ha elencato la funzionaria europea.
Sull’energia e la green economy, i progressi più imminenti sembrano poter arrivare dal pacchetto economia circolare. “Per fortuna ha visto un accordo provvisorio tra la presidenza estone del Consiglio e i rappresentanti del Parlamento”, ha sottolineato Covassi, cui il tema sta a cuore “perché su questo anche la rappresentanza che dirigo svolgerà un lavoro intenso per il 2018”.
Poi ci sono progetti un po’ a più lunga scadenza. Ad esempio quello sulle politiche per l’immigrazione, su cui la Commissione proseguirà il suo impegno, stimolando contributi economici più corposi da parte degli Stati membri al fondo per l’Africa, e sperando che la riforma del regolamento di Dublino sull’asilo venga “sbloccata in tempi utili” in Consiglio.
Un po’ oltre il 2018, ma non troppo, vanno le proposte della Commissione europea per la futura governance dell’Eurozona, che deve “andare verso una convergenza più profonda e più equa” ma “guardare anche alla legittimità democratica di strumenti messi in piedi durante la crisi e che vanno rivisti per avere maggiore legittimazione”. Revisione che include “l’innovazione ambiziosa di un ministro europeo permanente dell’Economia delle finanze”, che nella contemporanea veste di vicepresidente della Commissione sia “soggetto allo stesso controllo democratico” dei commissari.
Covassi ricorda anche la proposta di trasformare il Meccanismo europeo di stabilità in un Fondo monetario europeo, e riguardo alle risorse dedicate all’Area euro conferma che l’idea della Commissione è contraria ad “avere un mini Parlamento della Zona euro con un bilancio separato” ma propone di creare “nel bilancio comunitario una linea di bilancio” ad Hoc per i Paesi della moneta unica “che aiuti per le riforme strutturali, che fornisca assistenza e svolga funzioni di stabilizzazione, che funzioni anche da backstop (garanzia pubblica, ndr) per l’unione bancaria e sia anche uno strumento di convergenza per gli Stati membri in pre-adesione Euro”, per confermare la filosofia di fondo che “la Zona euro deve essere aperta, un club inclusivo e non esclusivo”.
Infine, per “recuperare la partecipazione dei cittadini”, Covassi ha aperto a elezioni europee che si svolgano “possibilmente con liste trans-nazionali”, e dove si ripeta “l’esperienza degli spitzencandidat”, ovvero i canditati di ogni lista alla presidenza della Commissione.