Bruxelles – Il Parlamento europeo riunito a Strasburgo ha approvato con 594 voti a favore, 9 contrari e 25 astenuti il Trattato di Marrakech, volto a facilitare l’accesso alle opere letterarie per le persone non vedenti, con disabilità visive o con altre difficoltà nella lettura di testi a stampa.
“Finalmente, dopo anni di pressioni e di battaglie portate avanti nei confronti del Consiglio – ha dichiarato Isabella Adinolfi, europarlamentare del Movimento 5 Stelle- le persone non vedenti o affette da difficoltà visive vedranno riconosciuti i loro diritti”.
Grazie alla ratifica del Trattato sarà possibile garantire che gli Stati contraenti introducano un’eccezione oppure una limitazione al diritto d’autore a favore dei non vedenti, ipovedenti o persone con difficoltà visive, così da eliminare tutti i possibili ostacoli o barriere che questi ultimi si trovano a dover affrontare nel reperire opere in formato accessibile. Non solo, si può facilitare gli scambi transfrontalieri di opere in formato accessibile.
Il Trattato era stato firmato dall’ Unione europea nel 2014, ma non era stato ratificato a causa delle reticenze del Consiglio. Dopo un percorso durato quasi quattro anni ci si appresta dunque alla ratifica definitiva.
La votazione di oggi “rappresenta un atto giuridico fondamentale nell’implementazione dei diritti delle persone non vedenti o affette da difficoltà visive – spiega Adinolfi membra della Commissione cultura nel suo intervento in plenaria -. Il trattato consente la realizzazione concreta del principio di uguaglianza e che dimostra come l’Unione europea, quando vuole, sappia operare nella giusta direzione”. Secondo Adinolfi sarebbero decisioni come queste “che danno senso al progetto europeo” e che “consentono ai cittadini europei di comprendere il valore aggiunto di questa Unione”, che a detta della pentastellata “troppo spesso si occupa di banche e finanza e troppo poco della tutela dei diritti, soprattutto dei più deboli”.
“Il voto di oggi – ha poi concluso Adinolfi – sarà ricordato come un momento storico nel riconoscimento dei diritti fondamentali e dell’importanza della diffusione della cultura”.