Bruxelles – Sono più di 4.800 i migranti sbarcati sulle coste italiane passando per la rotta Mediterranea registrati nel mese di gennaio. Si tratta di un numero raddoppiato rispetto a dicembre 2017, quando le attività degli scafisti sono state disturbate dai combattimenti sulle frontiere vicino i luoghi di partenza e dalle cattive condizioni climatiche.
Secondo le cifre fornite da Frontex (L’Agenzia europea per le frontiere), in generale gli arrivi dal Mediterraneo centrale sono in linea con quelli registrati a gennaio dell’anno scorso. L’agenzia Ue ha rilevato che in generale sulle quattro principali rotte migratorie verso l’Unione europea, si è registrato un calo di arrivi del 7% rispetto a un anno fa.
Dai dati preliminari di Frontex risulta che i migranti individuati sulla rotta del Mediterraneo, in maggioranza, sono di nazionalità eritrea, a seguire cittadini del Pakistan e della Tunisia. L’agenzia europea ha anche registrato negli ultimi mesi un aumento dei migranti di origine libica.
“Il dato sconfessa ancora una volta il tono trionfalistico con cui sono stati annunciati sia il nuovo accordo tra Italia e Frontex che la cooperazione del nostro Paese con il governo libico. Con le elezioni imminenti, il governo si guarda bene dal diffondere dati che testimoniano i fallimenti delle politiche migratorie che sta perseguendo”, così dichiara l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Laura Ferrara.
Quanto al Mediterraneo occidentale, Frontex sottolinea che “il mese scorso, la Spagna ha visto una leggera tregua dal recente numero record di attraversamenti irregolari, che sono diminuiti di oltre un terzo da dicembre 2017. Tuttavia, si sono registrati 1.300 arrivi, un numero superiore di oltre il 20% rispetto a un anno fa”. Nel Mediterraneo orientale invece gli arrivi sono diminuiti “a gennaio, il numero di migranti irregolari, soprattutto siriani e iracheni, che si dirige principalmente verso le isole greche, e’ diminuito del 43% dal mese precedente”.
Il flusso migratorio nella rotta balcanica non ha subito mutamenti: “rimane basso infine, il numero di rilevamenti sulla rotta dei Balcani occidentali – si legge nel rapporto – sono stati individuati circa 300 migranti, a causa della stretta cooperazione sul controllo delle frontiere tra i paesi della regione”.