Bruxelles – In Italia circolano sempre meno merci. In dieci anni, tra il 2005 e il 2015, il volume di beni e prodotti è diminuito di circa il 40%. Lo mostrano i dati Eurostat pubblicati oggi, che pur non spiegando il perché di una simile dinamica, inducono a ritenere che la crisi patita dagli italiani, con la ripercussione sui consumi interni, abbia inciso nella ‘scomparsa’ di treni e auto-treni carichi di mercanzie. Proprio così. Nelle metodologie di calcolo dell’Istituto europeo di statistica, la voce ‘Trasporto merci’ riguarda la movimentazione interna su strada, su rotaia e sulle acque fluviali navigabili. A partire dal 2005 ha iniziato a ridursi il numero di tir e camion sulla rete autostradale, così come quello dei vagoni merci.
Non è chiaro se è aumentato il ricorso al commercio via nave o via aereo, ma la dinamica dell’import-export dell’Italia potrebbe aiutare a spiegare questa caduta nella movimentazione merci a livello nazionale. Come rileva l’Istat, “dal 2010-2011 le vendite all’estero hanno registrato una crescita a ritmi analoghi a quelli della Germania e superiori a quelli della Francia, benché molto al di sotto rispetto alla Spagna”. Complessivamente, stando ai dati del ministero dello Sviluppo economico, dal 2009 a oggi l’aumento delle esportazioni italiane ha conosciuto una crescita continua, passando da vendite complessive per 291,7 miliardi a 448,1 miliardi. Sul fronte delle importazioni, l’Italia dal 2007 ha conosciuto continue fasi alterne di aumento e diminuzione della domanda, contrariamente invece alle tendenze sempre in crescita dell’export. Dal 2012 l’Italia è in saldo positivo: ciò che viene venduto ai partner è più di quello che il Paese compra dagli stessi partner. Non solo. Per quanto riguarda il cibo, secondo Coldiretti “è triplicato” il numero degli italiani che acquista prodotti a chilometro zero, vale a dire direttamente dal produttore in fattoria. Questo ha sicuramente un effetto sui cibi messi in moto.