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Home » Politica » Turismo, visti turistici più semplici per i viaggi in Europa

Turismo, visti turistici più semplici per i viaggi in Europa

La Commissione garantisce che le nuove misure non favoriranno l'ingresso di immigrati irregolari

Veronica Di Norcia</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/@Veronicadin" target="_blank">@Veronicadin</a> di Veronica Di Norcia @Veronicadin
14 Marzo 2018
in Politica
Turisti asiatici a Roma

Turisti asiatici a Roma

Bruxelles –  La Commissione ha proposto di rendere più semplice il rilascio dei visti europei per i turisti. Allo stesso tempo, ha avanzato nuove misure per evitare l’ingresso nell’Unione di immigrati irregolari e terroristi. Le modifiche del codice dei visti renderanno più facile per i viaggiatori in regola di recarsi in Europa.

Solo nel 2016 sono stati rilasciati quasi 14 milioni di visti Schengen per soggiorni di breve durata. In linea generale, questo tipo di visto autorizza il titolare a viaggiare nei 26 Stati Schengen per un periodo massimo di 90 giorni su un periodo di 180 giorni totali disponibili in un anno. Dall’entrata in vigore del codice dei visti, nel 2010, l’Unione europea ha dovuto affrontare nuove sfide in materia di migrazione e sicurezza.

Le modifiche comprendono: procedure più veloci e più flessibili riducendo il termine per adottare una decisione su una domanda di visto da 15 a 10 giorni mentre la domanda potrà essere presentata fino a 6 mesi i prima del viaggio previsto, non come adesso che si può presentare fino a 3 mesi prima della partenza e tutto potrà essere espletato online; visti per ingressi multipli con un periodo di validità da 1 a 5 anni a persone considerate ‘degne di fiducia’ che viaggiano regolarmente e che saranno regolarmente e sistematicamente monitorate, contrastando il fenomeno del ‘visa shopping’; visti per soggiorni di breve durata alle frontiere esterne, per favorire i viaggi di breve durata appena al di fuori dei confini Ue, gli Stati membri saranno autorizzati a rilasciare visti per un solo ingresso direttamente alle frontiere esterne terrestri e marittime,  validi per soggiorni di non più di 7 giorni, unicamente nello Stato membro di rilascio; risorse aggiuntive per rafforzare la sicurezza (dato che negli ultimi anni i costi di trattamento sono notevolmente cresciuti, sarà introdotto un aumento moderato dei diritti di visto da 60 a 80 euro, per permettere agli Stati membri di mantenere al livello adeguato il personale consolare in tutto il mondo, garantendo un rafforzamento dei controlli di sicurezza e un aggiornamento dell’attrezzatura informatica e del software, senza peraltro rappresentare un ostacolo per i richiedenti il visto).

La Commissione intende anche potenziare l’impegno comune dell’Unione in materia di rimpatrio e riammissione, introducendo un nuovo meccanismo per attivare condizioni più restrittive di trattamento dei visti quando un paese partner non collabora a sufficienza per la riammissione dei migranti in posizione irregolare, compresi coloro che sono entrati regolarmente nell’Unione ottenendo un visto ma che vi sono rimasti dopo la scadenza del periodo di validità del visto. Le nuove norme prevedono una valutazione periodica, da parte della Commissione, della cooperazione dei paesi non Ue in materia di rimpatrio. Se necessario la Commissione, insieme agli Stati membri, potrà decidere di attuare in maniera più restrittiva alcune disposizioni del codice dei visti, tra cui la durata massima del trattamento delle domande, il termine di validità dei visti rilasciati, il costo dei diritti di visto e l’esenzione da tali diritti per alcuni viaggiatori quali i diplomatici.

Nella primavera di quest’anno la Commissione presenterà una proposta di revisione del sistema di informazione visti (Vis), la banca dati in cui sono registrate le domande e i dati biografici dei richiedenti il visto. La riforma intende facilitare ai funzionari addetti ai visti e alle guardie di frontiera lo svolgimento di verifiche rapide ed efficaci dei precedenti dei richiedenti il visto. Colmerà inoltre un’altra lacuna in termini di informazioni a livello dell’UE, permettendo alle autorità nazionali di accedere ai dati relativi ai visti per soggiorni di lunga durata e ai titoli di soggiorno e a scambiarsi tali dati, ai fini della gestione delle frontiere e della sicurezza.

Tra le disposizioni principali figurano verifiche obbligatorie delle domande di visto mediante la consultazione delle banche dati pertinenti sulla sicurezza e sulla migrazione, e misure volte a garantire la piena interoperabilità del Vis con banche dati a livello dell’Ue quali il nuovo sistema di ingressi/uscite (Ees), il sistema d’informazione Schengen (Sis) e il sistema europeo di informazione sui casellari giudiziali (Ecris), tramite un portale unico di ricerca.

Tags: area Schengencommissione europeaDimitris Avramopoulosturismounione europeaVisvisti

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