Bruxelles – Non è stato un successo l’incontro di ieri a Varna sul Mar Nero tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk e il presidente della Commissione Ue Jean Claude Junker. Il capo di Stato turco ha ribadito la sua volontà di aderire all’Unione europea ricevendo una risposta fredda dall’Europa. Al termine dell’incontro, Tusk ha spiegato che sull’erosione dello Stato di diritto nel Paese, sull’intervento di Ankara contro le milizie curde in Siria, sulle posizioni su Grecia e Cipro, “in termini di soluzioni concrete, non è stato raggiunto alcun compromesso”, e che “solo i progressi su questi temi miglioreranno le relazioni tra l’Ue e la Turchia, compreso il processo di adesione”.
“Restiamo candidati all’accesso all’Ue e vogliamo avanzare il più rapidamente possibile in questa direzione”, ha dichiarato Erdogan dopo la visita dei vertici di Bruxelles, senza dimenticare di porre l’attenzione sulla cooperazione tra Ankara e l’Unione in materia di gestione dell’immigrazione e di lotta al “terrorismo”. Per il presidente Junker, che ha definito tuttavia l’incontro “buono perché siamo stati in grado di poter parlare in tutta franchezza rispettando i principi democratici” oggi le istituzioni turche, “grazie agli sforzi intrapresi”, sarebbero “abbastanza forti da porre fine allo stato di emergenza”, e quindi dovrebbero farlo. Per tanto l’Ue vorrebbe, a detta di Junker, “chiedere alla Turchia di cambiare atteggiamenti sull’arresto dei giornalisti” .
Tusk ha invece sottolineato che in quanto paese candidato all’adesione all’Ue, la Turchia “si è impegnata a sviluppare e rispettare i più elevati standard di democrazia”. E pertanto, “comprendiamo la necessità della Turchia di affrontare efficacemente la sua sicurezza dopo il tentativo di colpo di stato e gli attacchi terroristici che ha subito. Ma siamo preoccupati che alcuni dei metodi usati minino le libertà fondamentali e lo stato di diritto”. Riguardo la politica estera, Tusk ha sostenuto che l’Unione europea è “preoccupata per quanto accade in Siria , in particolare nell’Afrin”. Secondo il presidente del Consiglio europeo “è necessario evitare la violenza crescente in una situazione già tragica”.