Bruxelles – L’Italia delle regioni è indietro. Non offre alcun esempio di eccellenza in termini di lavori, ma al contrario figura nella top-ten delle peggiori performance. I dati Eurostat sulla disoccupazione regionale inchioda il sistema Paese davanti alle proprie lacune e, di conseguenza, alle proprie responsabilità.
Ci sono tante particolare classifiche. Quella delle regione col minore e maggiore tasso di disoccupazione generale. Qui dell’Italia nessuna notizia. Ma nella lista delle regioni a più alto e più basso tasso di disoccupazione giovanile, l’Italia ha tre delle dieci maglie nere d’Europa. Calabria (55,6% degli under 25), Campania (54,7%) e Sicilia (52,9%) sono rispettivamente la quinta, la settima e la decima regione dell’Ue per quantità di giovani senza lavoro. Le regioni del Mezzogiorno sono allo stesso livello delle regioni ultra-periferiche di Spagna (Ceuta e Melilla, anch’esse nella top-ten delle regioni con alta disoccupazione giovanile) e Francia (Mayotte e Guadalupe). Non certo un bel biglietto da visita per territori, quelli del sud Italia, che hanno percepito e continuano a percepire soldi comunitari per lo sviluppo regionale.
Ma non finisce qui, perché un’altra regione italiana fa parlare di sé per le performance negative. Il Molise è tra le peggiori dieci regioni dell’Ue in termini di disoccupazione di lungo periodo: il 72,8% dei molisani senza un impiego è fuori dal mercato del lavoro da un anno o più. Anche in questo a fare compagnia alla regione italiano sono i territori ultra-periferici di Francia (Guyana, Mayotte e Guadalupe), e alle regioni più povere della Grecia.