Bruxelles – Che si parli dell’Europa anche in termini critici, purché se ne parli. Sulla necessità di sollevare le tematiche comunitarie e rilanciare il dibattito sull’Unione europea Alessia Mosca (Pd/S&D) ed Eleonora Evi (M5S/Efdd) sono d’accordo. Le due deputate europee avranno modo di esprimere i rispettivi punti di vista mercoledì a MIlano in occasione dell’evento di chiusura di EuropaLab, che cade nel giorno della festa dell’Europa. In questa intervista doppia, le due partecipanti offrono già una assaggio del dibattito che verrà offerto ai partecipanti.
Eunews: Quanto è importante oggi comunicare l’Europa e quale messaggio si deve dare quando si parla d’Europa?
Alessia Mosca: E’ importante, perché senza un dibattito, senza un confronto si rischia di rimanere nella superficialità. Il messaggio è quello di non farsi condizionare da quello che si dice, da quello che si ascolta, di non formarsi idee in modo superficiale. Per questo il messaggio che lancio è: fatevi le vostre esperienze e sulla base di queste esprimete le vostre opinioni, aiutate a individuare ciò che va migliorato.
Eleonora Evi: E’ fondamentale, soprattutto per i giovani. Di Europa si parla troppo poco, e non in maniera chiara. Si dice sempre che l’Europa è percepita come lontana, ma non è così. L’Europa decide e si occupa delle nostre vite quotidiane. Di criticità ce ne sono parecchie, e parlarne aiuta a poterle risolvere.
E: Spesso, sfogliando i giornali nazionali, si legge di esponenti politici, di ogni partito, che se la prendono con Bruxelles. C’è chi contesta regole e regolamenti considerati come ‘stupidi’. E’ davvero questa la situazione? Non si rischia di alimentare la letteratura e il sentimento-europei?
AM: Ho sempre rifiutato questo tipo di approccio. Nessuno ne è stato esente, neppure il mio partito in alcuni casi. Si usa il facile capro-espiatorio dell’Ue, ma è un comportamento pericoloso, perché non si dà conto delle giuste responsabilità, e in Europa ci sono responsabilità diverse. Questa è una cosa da correggere.
EE: Sì e no. Spesso si danno le colpe all’Europa, dimenticando che l’Europa siamo noi, il Parlamento europeo e il Consiglio, e quindi anche l’Italia. Ma l’Italia spesso attorno al tavolo non fa sentire la propria voce. Bisognerebbe entrare nel merito, perché generalizzare è sbagliato. L’Europa si è persa per strada, nei fondamentali, rispetto ai tempi di Schuman. Noi del Movimento 5 Stelle crediamo che l’Europa sia la casa dei popoli e dei valori europei, ma la visione economicista e il liberismo hanno allontanato l’Europa dal sociale, dalla trasparenza, e le contraddizioni sono emerse.
E: EuropaLab si rivolge anche a studenti, docenti, scuole. Non crede che forse bisognerebbe insegnare l’Europa a scuola, come una volta avveniva con l’educazione civica?
AM: Assolutamente, ma non vedo un clima che lo consenta. Spero che si possano ripetere iniziative di questo tipo e confido nelle iniziative dal basso, per promuovere il dialogo e il confronto sull’Europa, che resta di grande importanza.
EE: Sarebbe fondamentale. Oggi si trova molta confusione sugli strumenti di partecipazione. Quindi maggiore attenzione e maggiore centralità per queste tematiche sarebbero importanti.
E: Quali sono le prospettive dell’Europa?
AM: Andare avanti, anche con iniziative come quella per la cooperazione nella difesa, con più integrazione. Il processo d’integrazione non può restare fermo. Bisogna rilanciare l’Europa con idee ambiziose. Solo così possiamo coinvolgere i giovani nel processo di discussione e costruzione europei.
EE: Le prospettive non possono essere che mettere al centro i valori dell’Europa e rimettere al centro i cittadini, abbandonare gli interessi particolaristici che spesso guidano il processo decisionale dell’Europa. Dovremmo anche rendere più solido il ruolo del Parlamento europeo, che ha spesso più ambizione del Consiglil.
E: Sempre più Stati sposano la causa nazionale. E’ ancora immaginabile pensare agli Stati Uniti d’Europa?
AM: Sono sempre stata convinta che quello debba essere il nostro obiettivo.
EE: Prima di parlare di cose così alte, credo che che l’Europa vada ricostruita dalle fondamenta. Parlare di Stati Uniti d’Europa è anacronistico per quella che è stato il corso dell’Europa, un’Europa che ha acuito le differenze. Il dumping sociale è una piaga a cui non si vuole mettere mano. Ecco, allora prima di parlare di qualcosa di più alto iniziamo a occuparci di altri questioni.