Bruxelles – Come anticipato già ieri, la Commissione europea oggi ha deciso di deferire Francia, Germania, Ungheria, Italia, Romania e Regno Unito alla Corte di giustizia dell’UE per il mancato rispetto dei valori limite stabiliti per la qualità dell’aria e per aver omesso di prendere misure appropriate per ridurre al minimo i periodi di superamento. La Commissione sta inoltre inviando lettere di costituzione in mora complementari a Germania, Italia, Lussemburgo e Regno Unito, per aver violato le norme dell’UE in materia di omologazione dei veicoli.
Il commissario all’Ambiente Karmenu Vella, nel presentare i provvedimenti, ha spiegato che “la decisione di deferire degli Stati membri alla Corte di giustizia è stata adottata in nome degli europei. Abbiamo detto che questa è una Commissione che protegge. La nostra decisione dà seguito a questa affermazione”. Il commissario ha ricordato che “gli Stati membri deferiti oggi hanno ricevuto nell’ultimo decennio un numero sufficiente di ‘ultime possibilità’ per migliorare la situazione. Sono convinto che la decisione di oggi porterà a miglioramenti per i cittadini in tempi molto più rapidi”.
Vella però ritiene che “l’azione legale non risolverà di per sé il problema. È questo il motivo per cui stiamo definendo l’aiuto pratico con cui la Commissione può agevolare gli sforzi delle autorità nazionali volti a promuovere un’aria più pulita per le città e le metropoli europee”.
Sulla questione dei veicoli è intervenuta la commissaria all’Industria Elżbieta Bieńkowska, sostenendo che “avremo successo nella lotta all’inquinamento atmosferico urbano solo se il settore automobilistico farà la sua parte. I veicoli a emissioni zero sono il futuro. Nel frattempo, rispettare la normativa sulle emissioni è un dovere. I costruttori che continuano a violare la legge dovranno sopportare le conseguenze del loro comportamento illecito”.
La Commissione ha anche adottato una comunicazione intitolata “Un’Europa che protegge: aria pulita per tutti”, nella quale illustra le misure disponibili per aiutare gli Stati membri a contrastare l’inquinamento atmosferico. La Commissione, inoltre, sottolinea la necessità di intensificare la cooperazione con gli Stati membri avviando nuovi “dialoghi sull’aria pulita” con le autorità competenti e utilizzando i finanziamenti dell’Ue per sostenere le misure volte a migliorare la qualità dell’aria.
Secondo l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Piernicola Pedicini il deferimento alla Corte sul Pm10 certifica l’incompetenza della vecchia politica e Galletti è il simbolo di questo fallimento. Il punto 4 dell’accordo di programma M5S-Lega prevede misure di contrasto allo smog. Una volta al governo vareremo il programma nazionale di controllo dell’inquinamento atmosferico che conterrà misure più coraggiose e vincolanti per raggiungere e superare gli obiettivi di riduzione previsti dalle norme Ue”.
“La Commissione ha fatto la cosa giusta: in Italia, esiste da anni un’emergenza smog causata da livelli di inquinamento illegali. La protezione della salute dei cittadini non può attendere oltre. Purtroppo, di fronte al fallimento delle autorità italiane, l’unica conseguenza logica e necessaria è il deferimento alla Corte di Giustizia”, ha dichiarato Ugo Taddei, responsabile del progetto Qualità dell’aria per ClientEarth. “Come dimostrato dalle azioni legali che abbiamo intrapreso in Lombardia e Lazio, le misure di lotta allo smog in queste due regioni simbolo sono obsolete, inadeguate e in ritardo di anni. La minaccia delle sanzioni serva da stimolo per un netto cambio di marcia e nuovi piani di qualità dell’aria che riportino nel più breve tempo possibile i livelli di smog al di sotto dei limiti di legge. Non c’è tempo da perdere: l’aria pulita deve essere una priorità per tutte le istituzioni italiane e, in particolar modo, per il nuovo governo, qualunque esso sia”.
I deferimenti di oggi che riguardano i superamenti delle norme sulla qualità dell’aria:
Biossido di azoto (NO2)
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Germania – in 26 zone di qualità dell’aria, tra cui Berlino, Amburgo, Monaco e Colonia; le concentrazioni annue riferite nel 2016 raggiungevano gli 82µg/m3 rispetto a un valore limite di 40 µg/m3 (a Stoccarda).
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Francia – in 12 zone di qualità dell’aria, tra cui Parigi, Marsiglia e Lione; le concentrazioni annue riferite nel 2016 raggiungevano i 96 µg/m3 (a Parigi).
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Regno Unito – in 16 zone di qualità dell’aria, tra cui Londra, Birmingham, Leeds e Glasgow; le concentrazioni annue riferite nel 2016 raggiungevano i 102 µg/m3 (a Londra).
In totale, vi sono 13 casi d’infrazione in corso nei confronti degli Stati membri (Austria, Belgio, Repubblica ceca, Germania, Danimarca, Francia, Spagna, Ungheria, Italia, Lussemburgo, Polonia, Portogallo e Regno Unito).
Con la decisione di oggi Germania, Francia e Regno Unito sono i primi a essere deferiti alla Corte; tutti e tre i casi fanno seguito ai pareri motivati comunicati nel febbraio 2017.
Particolato (PM10):
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Italia – in 28 zone di qualità dell’aria, comprese le regioni Lazio, Lombardia, Piemonte e Veneto, i valori limite giornalieri sono stati costantemente superati, arrivando nel 2016 fino a 89 giorni.
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Ungheria – in 3 zone di qualità dell’aria, Budapest, Pecs e valle del Sajó, i valori limite giornalieri sono stati costantemente superati, arrivando nel 2016 fino a 76 giorni.
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Romania – nell’agglomerato di Bucarest, i valori limite giornalieri sono stati costantemente superati da quando il diritto dell’Unione europea è divenuto applicabile alla Romania, e nel 2016 per 38 giorni.
In totale, vi sono 16 casi d’infrazione in corso nei confronti degli Stati membri (Belgio, Bulgaria, Repubblica ceca, Germania, Grecia, Spagna, Francia, Ungheria, Italia, Lettonia, Portogallo, Polonia, Romania, Svezia, Slovacchia e Slovenia). La Corte di giustizia dell’Unione europea ha ritenuto la Bulgaria e la Polonia colpevoli di violazioni della legislazione dell’UE, rispettivamente il 5 aprile 2017 e il 22 febbraio 2018.
La decisione odierna fa seguito a un parere motivato inviato all’Italia nell’aprile 2017, a un parere motivato supplementare inviato alla Romania nel settembre 2014, e a un ulteriore parere motivato inviato all’Ungheria nel marzo 2014.
In tutti i casi di superamento dei valori limite stabiliti dalla normativa dell’UE sulla qualità dell’aria ambiente (direttiva 2008/50/CE), gli Stati membri sono tenuti ad adottare piani per la qualità dell’aria e a garantire che tali piani stabiliscano misure appropriate affinché il periodo di superamento sia il più breve possibile. In linea con il principio di sussidiarietà, la normativa dell’UE lascia agli Stati membri la scelta dei mezzi da utilizzare per il rispetto dei valori limite.