Roma – Invece di “accompagnarci nei diritti e nella solidarietà”, secondo il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, l’Unione europea si è finora comportata in modo opposto, così “abbiamo conosciuto un’Europa che dal punto di vista dei lavoratori, dei pensionati e dei disoccupati è sempre stata una matrigna”. Intervenendo davanti alla platea di sindacalisti della Uil, riuniti per il XVII Congresso dell’organizzazione, il vicepresidente del Consiglio sostiene che l’Ue “serve se lavora sul pilastro sociale”. Al contrario, “se continua a lavorare sulle banche e sulla finanza, i cittadini non la seguiranno”, ammonisce il leader del M5s.
“Noi sosteniamo tutti gli interventi di politiche sociali che vorrà fare l’Ue con il fondo sociale e quello sulla globalizzazione”, ribadisce Di Maio riferendo di aver espresso questa posizione ieri a Lussemburgo, dove ha avuto un colloquio con la commissaria per l’Occupazione Marianne Thyssen e ha preso parte alla riunione con i propri omologhi europei. Il vicepremier pone però “due condizioni: che ci sia un semplice accesso a questi fondi, e che non si possano destinare queste risorse a zone dell’Italia solo in base al Pil di quell’area”. Il capo politico M5s è convinto invece che i finanziamenti vadano allocati “in base agli indici di disoccupazione di quelle zone, perché il Pil è un indicatore di ricchezza, ma è vero anche che i livelli di povertà non arretrano nonostante il Pil italiano cresca”.