Bruxelles – Nella commissione Libertà civili del Parlamento europeo si è oggi discusso dello scandalo Facebook-Cambridge Analytica. Più nello specifico, si è affrontata la questione dell’utilizzo dei dati di 87 milioni di utenti Facebook da parte dell’agenzia di consulenza britannica che raccoglieva e analizzava i dati personali per indirizzare il voto degli elettori a favore di alcuni politici e che ha contribuito in modo fondamentale all’esito delle ultime elezioni presidenziali Usa e del referendum Brexit del 2016. Nel ciclo di audizioni sull’argomento anche l’intervento del Garante europeo della protezione dei dati, Giovanni Buttarelli, il quale ha esposto la sua opinione riguardo allo scandalo Facebook-Cambridge Analytica e al suo impatto sulla futura protezione dei dati. “Le cosiddette ‘fake news’ sono esempi di abuso sistematico delle informazioni personali degli utenti Internet”, ha affermato Buttarelli, “nonché pratiche illegali e quasi sempre immorali”. “L’ecosistema dell’informazione digitale, poiché sottopone gli utenti a continua sorveglianza mentre essi sono connessi e ottiene le informazioni di cui necessita da alcuni algoritmi che producono numerosi introiti, è una minaccia reale per le persone e la democrazia”, ha proseguito Buttarelli.
Il Garante europeo della protezione dei dati ha anche sostenuto che “i dati relativi alle comunicazioni non devono essere monetizzati”. Buttarelli ha infine pronosticato che l’ePrivacy, ossia la proposta di regolamento europeo per la protezione dei dati personali nelle comunicazioni elettroniche, assicurerà agli utenti maggiore controllo sui propri dati personali e offrirà al mercato del settore maggiori incentivi per innovare il loro modello di business, investendo nelle proprie responsabilità di protezione dei dati”.