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Home » Economia » Ecco cosa vuol dire l’accordo tra Juncker e Trump sul commercio

Ecco cosa vuol dire l’accordo tra Juncker e Trump sul commercio

"Non è un nuovo Ttip, è una cosa nuova"

Redazione</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/eunewsit" target="_blank">eunewsit</a> di Redazione eunewsit
26 Luglio 2018
in Economia, enindustry
Semi di soia

Semi di soia

Bruxelles – Le aspettative erano basse, non sono state suonate gran casse a Bruxelles prima dell’incontro tra il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e quello degli Usa Donald Trump. Invece, gongolano in Commissione “il risultato è stato importante”. In sostanza la Dichiarazione comune che è stata adottata “permette di eliminare il pericolo di una guerra commerciale importante e tariffe supplementari sul settore automobilistico. Un risultato di grande importanza”, spiegano gli uomini di Juncker.

Si mette subito in evidenza che “è chiaro che la dichiarazione congiunta non è in alcun modo la resurrezione del Ttip. Non è un Ttip, non è un Ttip 2, né un Ttip light. E’ la premessa per un accordo ad hoc”. Poi si rileva anche come per la prima volta a livello di presidente degli Stati Uniti l’Ue ha ottenuto la disponibilità a lavorare per la riforma del Wto.

Ora dunque partiranno dei gruppi di lavoro, che resta ancora da definire bene come funzioneranno, il tutto sotto la regia della commissaria al Commercio Cecilia Malmstrom.

Cosa importante è che non ci saranno misure tariffarie supplementari per tutto il periodo negoziale. “Non dobbiamo essere trionfalistici, ma siamo sulla buona strada – insistono in Commissione -. Niente è scolpito nel marmo, molto può ancora succedere”.

Soia

In Europa abbiamo un bisogno enorme di importazione di soia, che non possiamo produrre in Europa per ragioni climatiche. Non abbiamo alternative. Ogni anno importiamo 30 milioni di tonnellate. Ne abbiamo bisogno per le proteine che contiene la soia, fondamentale per produzione lattiera e l’alimentazione del pollame. Dovremo continuare a importare, e gli Stati Uniti hanno bisogno di vendere perché il prezzo della soia è crollato anche per i contro-dazi cinesi sulla soia americana.

Sugli Ogm “faremo rispettare le nostre regole: non importeremo soia Ogm. Vigileremo su questo – assicurano a Bruxelles -, e la riscrittura delle nostre regole non è stato oggetto di discussione”. Però qualche deroga già esiste, secondo precise autorizzazioni, perché “per alimentare i nostri animali abbiamo bisogno di soia Ogm”. L’accordo sembra garantire che non importeremo più soia di quella di cui abbiamo bisogno.

Agricoltura

L’agricoltura non è parte di questo accordo. Gli Stati Uniti avrebbero piacere di discuterne, ma non è oggetto dello statement congiunto. Se si volesse espandere la cooperazione probabilmente si potrebbe, ma l’agricoltura non è oggetto del comunicato.

Auto

Sulle auto Trump preferirebbe arrivare ad un regime di dazi zero, per proteggere i suoi pick-up e i suoi camion. Su auto normali bisogna vedere come si svilupperò in negoziato, nel comunicato congiunto ci sono alcune ambiguità.

Bisognerà poi discutere su quello che significa un accordo sui prodotti industriali. Le regole bilaterali però dovranno comunque rispettare le regole Wto.

Servizi

Sui servizi non si parla per ora di accordi, ma della possibilità di ridurre barriere ed espandere la cooperazione. Sono immaginabili, al momento, anche caso per caso.

Ttip

Le direttive esistenti sul Ttip non possono essere utilizzate per un negoziato nuovo con gli Stati Uniti. Un accordo più limitato del Ttip è meno difficile da negoziare (e chiudere) in termini di complessità tecnica e in termini di tempo.

Una delle ragioni per cui il Ttip non è stato concluso, sostengono in Commissione, è perché era troppo grande, copriva troppe cose, e gli Stati Uniti non erano in grado di aprirsi troppo sul mercato pubblico, che era uno degli obiettivi europei. C’erano poi grandi divergenze sull’agricoltura, che sono rimaste evidenti anche nel comunicato congiunto dove non c’è niente sull’agricoltura eccetto la soia.

Gas

Il prezzo in Usa è basso, in Europa è 7-8 volte più alto ed è in aumento. Però per importarlo sono necessari grandi investimenti, perché il gas ha costi di trasporto e servono punti di scarico adeguati. Ma c’è qualche problema perché le licenze di esportazione non sono automatiche e dunque non abbiamo attualmente garanzie sull’export, anche se in caso di accordi commerciali le licenze potrebbero arrivare.

L’Ue vuole importare più gas per diversificare le fonti energetiche. Per ora, di fatto, su questo punto l’accordo è una dichiarazione di intenti. Se ci saranno le condizioni, si farà.

Tags: accordocommercialedazidonald trumpJean-Claude JunckersoiaTtipUeusa

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