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Home » Politica » Centeno: le riforme dell’euro proteggeranno l’Ue da ogni futura crisi

Centeno: le riforme dell’euro proteggeranno l’Ue da ogni futura crisi

Il presidente dell'Eurogruppo, in un discorso alla London School of Economics and Political Science, ha affermato che le riforme economiche sono gli elementi essenziali di ogni efficace strategia di crescita e che i populisti ne sono i veri nemici perché "hanno meno pazienza dei mercati"

Giulio Colazzo</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/@Giulio_Col96" target="_blank">@Giulio_Col96</a> di Giulio Colazzo @Giulio_Col96
21 Settembre 2018
in Politica, enindustry

Londra – “La promozione di specifiche riforme della zona euro consentirà alla moneta unica di proteggere l’Europa dalle conseguenze negative di ogni futura crisi”. Lo ha affermato il presidente dell’Eurogruppo Mário Centeno, in un discorso alla London School of Economics and Political Science (Lse).

“L’euro è uno strumento di stabilità capace di costituire un baluardo per le economie dei Paesi dell’eurozona contro shock economici, ma per assolvere al meglio a questa funzione dobbiamo completare l’Unione economica e monetaria e difendere la reputazione della moneta unica, impedendo che venga trattata come un capro espiatorio”, ha sostenuto Centeno. “Dal punto di vista politico”, ha proseguito il presidente dell’Eurogruppo, “occorre impedire ai movimenti populisti di creare divisioni, perché l’euro funziona meglio in tempi di pace e stabilità politica e, nonostante sia una delle più giovani monete al mondo, è da sempre uno dei principali motori dell’integrazione europea e dal suo avvenire dipende quello dell’intera Ue”.

Centeno ha anche dichiarato che i populisti, specialmente quelli al governo, sono nemici delle riforme in quanto queste ultime richiedono pazienza, mentre i primi “sono più impazienti dei mercati”. “L’euro è stato messo alla prova dalla crisi economica ma ne è uscito rafforzato come dimostrano gli ultimi dati dell’Eurobarometro che confermano la grande approvazione della moneta unica da parte dei cittadini Ue”. IL ministro portoghese ha sottolineato come i Paesi dell’eurozona stiano crescendo di più dell’1,5% da 21 trimestri consecutivi e come si siano creati in tempi record circa 8 milioni di nuovi posti di lavoro. “Se questi sono i risultati in un quadro istituzionale incompleto che può garantire solo esiti subottimali e con le minacce della Brexit, dei populismi e della sempre maggiore volatilità dei mercati valutari sempre dietro l’angolo, chissà che benefici otterremmo se riuscissimo a realizzare riforme quali il completamento dell’unione bancaria o l’introduzione di una capacità fiscale prevista dalla riforma del Meccanismo europeo di stabilità”, ha ipotizzato il presidente dell’Eurogruppo.

Centeno è poi sceso nei dettagli delle riforme della governance economica e finanziaria dell’Ue. Prima di tutto ha sostenuto che le riforme economiche sono gli elementi essenziali di ogni efficace strategia di crescita e che, al fine di produrre benefici, esse necessitano del coordinamento, in particolare fiscale, tra tutti i Paesi dell’eurozona, il quale a sua volta previene squilibri tra gli Stati membri. “Una delle priorità”, ha aggiunto il presidente dell’Eurogruppo, “è quella di concordare, entro fine anno, sul sostegno comune al Meccanismo di risoluzione unico (Srm), una misura estrema per evitare l’effetto domino dei fallimenti delle banche in situazioni di crisi che fa in modo che ogni banca possa avere accesso a sufficiente liquidità”. “E’ una riforma”, ha proseguito Centeno, “che prevediamo di realizzare entro il 2024 mentre discutiamo sull’introduzione di un sistema europeo di assicurazione dei depositi”. “L’Srm prende spunto dal caso del Regno Unito, dove la Banca d’Inghilterra è in grado di fornire sostegno temporaneo alla liquidità a banche sottoposte a risoluzione”, ha specificato il presidente dell’Eurogruppo.

Centeno si è anche soffermato sulla riforma del Meccanismo europeo di stabilità che, ha affermato, “deve essere trasformato in uno strumento più efficiente di gestione delle crisi, capace di valutare in forma preventiva, insieme alla Commissione europea e ai governi nazionali, i rischi di liquidità dei Paesi dell’eurozona”. Altra dimensione delle riforme economiche i cui dettagli, come ha annunciato il presidente dell’Eurogruppo, verranno limati entro fine 2018, è quella della capacità fiscale, su cui, tuttavia, i Paesi non sono ancora giunti a un compromesso. “Un bilancio comune della zona euro dovrebbe servire a favorire la convergenza tra gli Stati tramite fondi di coesione che garantiscano supporto finanziario per Paesi che attuano riforme strutturali e investono nell’innovazione delle politiche di mercato o, in alternativa, a promuovere trasferimenti fiscali temporanei nel caso di shock economici”, ha spiegato Centeno. “Tale bilancio comune dell’eurozona è fatto per far fronte sia a shock finanziari asimmetrici, rimuovendo alcuni degli oneri dei bilanci nazionali, sia a shock simmetrici, operando in tandem con i meccanismi di politica monetaria”, ha aggiunto il presidente dell’Eurogruppo.

Mário Centeno ha anche sostenuto che un bilancio comune darebbe un grande impulso all’integrazione finanziaria della zona euro, un fenomeno positivo in quanto “renderebbe l’allocazione delle risorse di capitale considerevolmente più efficace e contribuirebbe a distribuire più uniformemente gli shock economici e finanziari tra centro e periferia dell’Unione europea”. “Per tutte queste ragioni, che dimostrano l’auspicabiità di riforme quali il completamento dell’unione bancaria e dell’unione dei mercati dei capitali, noi 19 Ministri delle finanze dell’Eurogruppo abbiamo avviato la discussione sull’introduzione di un’indennità di disoccupazione, sul modello di quella esistente negli Usa, che garantisca un’allocazione efficiente del lavoro tra i Paesi della zona euro e cicli economici stabili”, ha concluso.

Tags: brexitcommissione europeacrisi economicaeuroeurobarometroeurogruppoeurozonaLondon school of economicsLseMario CentenoMeccanismo di risoluzione unicomeccanismo europeo di stabilitàpopulistiunione bancaria

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