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Home » Cronaca » “Basta gabbie negli allevamenti”, al via l’Iniziativa dei Cittadini Europei

“Basta gabbie negli allevamenti”, al via l’Iniziativa dei Cittadini Europei

È stata lanciata oggi 'End the Cage Age', a tutela dei diritti degli animali (e dei consumatori). Ora serve un milione di firme per arrivare alla Commissione europea. "Sistema anacronistico, crudele e dannoso. Non solo per gli animali, ma anche per i cittadini"

Caterina Ristori</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/@Caterina_Ue" target="_blank">@Caterina_Ue</a> di Caterina Ristori @Caterina_Ue
25 Settembre 2018
in Cronaca, Politica

Bruxelles – Ogni anno 300 milioni di animali trascorrono la loro vita all’interno di gabbie negli allevamenti di tutta Europa. I loro derivati – carne, uova, latticini – sono poi destinati a finire sui banchi dei nostri supermercati e, conseguentemente, nelle nostre case. Dovrebbe bastare questo per comprendere perché siamo tutti  direttamente interessati a questa faccenda: stamani, a Bruxelles, è stato dato il via all’Iniziativa dei Cittadini Europei (Ice) per abolire l’utilizzo delle gabbie negli allevamenti europei, promossa dall’europarlamentare Eleonora Evi (M5S).

Sono 130 tra Ong e gruppi ambientalisti i sottoscrittori dell’iniziativa, arrivata oggi dopo una battaglia trentennale per la regolamentazione degli allevamenti e che nel frattempo ha portato i primi risultati, ma “insufficienti” per i promotori di ‘End the Cage Age’. Si pensi, a tal proposito, al progressivo divieto di allevamento nei box dei vitelli destinati alla produzione di carne bianca, introdotto nel 2007; nel 2012 è stato poi il turno degli allevamenti in batteria delle galline ovaiole, banditi definitivamente in tutta l’Unione. Ma è anche lo stesso trattato di Lisbona, in vigore dal dicembre del 2009, a dichiarare all’art. 13 che gli animali sono ‘esseri senzienti’ e, come tali, presi in considerazione dall’Unione in merito alle loro esigenze in materia di benessere.

“Il modello di allevamento che presuppone l’uso di gabbie per animali è ormai vecchio di 70 anni, è anacronistico e completamente superabile”, ha affermato nel corso della conferenza per il lancio dell’iniziativa Philip Lymbery, amministratore delegato della maggiore organizzazione internazionale per la protezione degli animali da allevamento, la Compassion in World Farming (Ciwf).  “Non è solo un modello ingiusto e crudele, ma anche inefficace, portando allo spreco del cibo e degli ‘scarti’ che, con metodi alternativi, potrebbero essere recuperati, ottimizzando così la produzione”.

All’interno delle gabbie lo spazio è minimo, il movimento è inibito; è chiaro come questo influisca negativamente sulla vita degli animali. Galline, scrofe, anatre, conigli: il problema in realtà è più esteso di quanto pensiamo, “e le conseguenze ricadono non solo sugli animali, ma anche sull’ambiente e su di noi, che mangiamo la carne proveniente da tali allevamenti”, ha sottolineato l’europarlamentare Guillame Balas (S&D); “le gabbie sono una crudeltà inutile inflitta agli animali, che si ripercuote poi sulla vita di ogni essere umano e sul suo benessere”, ha continuato. Senza considerare il noto utilizzo di antibiotici sugli animali, che porta alla resistenza agli stessi anche negli individui che ne mangiano i derivati.

C’è da dire che l’Unione europea presenta gli standard più elevati a livello mondiale in quanto ad allevamenti, e nonostante ciò è difficile immaginare che la situazione sia accettabile per come è adesso; cambiamenti alla normativa – già presente, come abbiamo detto – sono necessari ed auspicabili. “Una gallina ovaiola, all’interno di questo tipo di allevamenti, ha uno spazio di movimento grande quanto a un foglio A4, con ovvi effetti negativi sul suo comportamento: le galline diventano aggressive, si attaccano a vicenda. In alcuni paesi sono già utilizzati metodi alternativi alle gabbie che funzionano, ma adesso è necessario portare la normativa ad un livello sovranazionale”, ha sottolineato Stefan Eck, europarlamentare GUE/NGL.

Kipster, l’allevamento di polli “più rispettoso degli animali e dell’ambiente al mondo” 

Alla conferenza ha preso parte anche Ruud Zanders, agricoltore olandese e cofondatore di Kipster. L’azienda familiare di Zanders aveva inizialmente l’unico scopo di produrre la massima quantità possibile di cibo nel minor tempo possibile: per farlo, aveva introdotto l’allevamento in gabbia delle galline. “I cittadini però, da 50 anni a questa parte, hanno alzato sempre più la voce per l’eliminazione di questo metodo produttivo. Ci siamo quindi impegnati per modificare il nostro modello e per creare qualcosa di nuovo ed efficace: il nostro sistema, attualmente, non prevede sprechi. I galli sono impiegati per la produzione di carne, le galline per la produzione delle uova”, ha affermato Zanders, “inoltre riutilizziamo ogni scarto della produzione agricola per nutrire gli animali o per altri utilizzi, in vista di un impatto ambientale minimo. Possiamo dire, in tal senso, di essere la prima realtà neutrale a livello climatico nel mondo”, ha concluso.

I sostenitori dell’iniziativa al Parlamento europeo

L’evento, organizzato e promosso da Evi, ha trovato l’appoggio da tutti i gruppi parlamentari tranne Enf, di cui fa parte la Lega.

“La Commissione, in questo mandato, si è dimostrata sorda alle richieste di regolamentazione degli allevamenti”, ha sostenuto Evi, “Ma questo è un momento chiave: il mandato sta per concludersi, ed è importante passare con forza il messaggio a chi prenderà il posto dell’attuale Commissione”.

L’iniziativa dei Cittadini Europei dovrà essere sottoscritta da almeno un milione di cittadini europei provenienti da almeno sette paesi diversi, entro un anno a partire da oggi, ed è già possibile farlo qui.

Tags: allevamentoanimaliCiwfEleonora EviEnd the Cage AgeeuropagabbiegallineIniziativa dei Cittadini Europeim5sparlamento europeotutela del consumatore

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