Bruxelles – Non ci siamo. L’Italia continua con ricette economiche irricevibili per l’Europa, nonostante la richieste di modifica alla manovra avanzate e pur presentante ai partner dell’Ue. Il presidente dell’Eurogruppo, Mario Centeno, conferma una volta di più il perdurare dell’impasse venutasi a creare tra l’italiano governo del cambiamento e l’europea governance delle tradizioni, quella di regole chiare che devono essere rispettate da tutti. Un concetto ribadito dal portoghese in occasione dell’audizione in commissione Affari economici del Parlamento europeo, dove nuove critiche non sono mancate.
“La Commissione europea ha chiesto all’Italia di rivedere la sua legge di bilancio, ma la manovra così come modificata non ha migliorato la situazione”. C’è in particolare il dubbio sui “costi del finanziamento del debito, e questo lo vediamo ogni giorno sui mercati”. Ma più in generale, le modifiche al piano di bilancio “non hanno eliminato le preoccupazioni riguardanti la strategia di bilancio dell’Italia”, in profondo squilibrio e per questo da tenere sotto controllo. “Il livello del debito italiano è motivo di grande preoccupazione”, riconosce il presidente dell’Eurogruppo, secondo il quale il debito nazionale “è molto elevato per qualunque tipo di standard a livello mondiale”.
Cosa dovrebbe fare l’Italia per evitare il peggio è attenersi a politiche prudenziali, quello che l’esecutivo 5Stelle-Lega non intende fare per via di un contesto economico sfavorevole che dovrebbe proprio per questo lasciare spazio a un diverso tipo di politiche. Ma Centeno non molla. A più riprese, in momento diversi dell’audizione, lancia messaggi chiari al Paese. “Gli Stati membri con spazio fiscale limitato dovrebbero creare riserve fiscali e ridurre il debito”. E poi, vista la crisi vissuta a partire dal 2008, “dobbiamo stare attenti e non ripetere gli errori del passato, senza mettere in discussione la sostenibilità delle finanze pubbliche”. In tal senso “è importante che gli Stati membri adottino misure credibili, perché la credibilità è fondamentale”. Per i mercati, e per partner europei. Perché il completamento di unione bancaria e unione monetaria “richiede politiche di bilancio sostenibili”. Come dire: se l’Italia vuole la condivisione del rischio bancario in caso di crisi, deve prima correggere i proprio squilibri.
Il dialogo tra sordi in sostanza continua. L’Italia non cambia, così come non lo fanno Unione europea ed Eurogruppo, con il consesso dei ministri economici dell’eurozona che guarda alle prossime imminenti mosse della Commissione Ue, chiamata domani a esprimersi sulle leggi di bilancio degli Stati membri. “Aspettiamo il parere della Commissione”, dice Centeno. Pronto a far valere le ragioni della maggioranza dei Paesi contro l’Italia messa e messasi in minoranza.