Bruxelles – Twitter è quel luogo in cui “tutte le voci hanno il potere di avere un impatto sul mondo”. Si legge così nelle primissime righe delle regole del famoso social network, ma l’intento era probabilmente diverso da quello di consentire a chiunque, con 280 caratteri, di offendere il prossimo.
Nei fatti però questo è ciò che avviene, come ci informa il report di Amnesty International, Toxic Twitter – a toxic place for women, appena uscito e che accende i riflettori su un fatto piuttosto disturbante: sulla piattaforma la violenza e l’abuso nei confronti delle donne è più la regola che l’eccezione. Non una particolare categoria di donne, ma tutte ‘indiscriminatamente’, siano esse politiche ai vertici delle istituzioni, giornaliste, scrittrici, attiviste o semplicemente donne che usano il social dell’uccellino azzurro per qualsiasi altro motivo, ad esempio come fonte di informazione.
Tutto ciò non può essere minimizzato, come spesso purtroppo si tende a fare. Non si può, per un motivo molto semplice: le parole hanno un peso e influiscono sulla vita delle persone a cui sono dirette. Già, perché dietro ad ogni profilo Twitter si trova una persona con diritti e libertà e che, se sottoposta a violenze verbali, vede questi ultimi lesi. Ecco perché Amnesty sottolinea che “Twitter fallisce nel suo impegno a far rispettare i diritti delle donne online, non indagando in modo adeguato nei casi di abuso”.
Anche secondo un recente studio diffuso dalla Commissione europea, “2018 Report on equality between women and men in the EU”, il 20 per cento delle donne tra i 18 e i 29 anni ha subito molestie on-line e in generale una donna su dieci ha subito molestie sessuali o stalking attraverso le nuove tecnologie.
Negli ultimi 16 mesi la Ong ha condotto ricerche qualitative e quantitative riguardo alle esperienze sui social, prendendo in esame violenze e abusi nei confronti delle donne su Twitter, con un focus particolare su Gran Bretagna e Stati Uniti. I sopracitati abusi comprendono, tra gli altri, minacce dirette o indirette di violenza fisica o sessuale, discriminazione in base al sesso, molestie e violazioni della privacy quali la condivisione di immagini sessuali o intime di una donna senza il suo consenso.
Ciò che è emerso è, per l’organizzazione, “preoccupante”. Twitter può essere un “luogo tossico” per le donne, la cui libertà di espressione e di opinione e il cui diritto a non essere discriminate possono essere messi a rischio.
Amnesty ci informa che Twitter ha recentemente mosso passi verso un miglioramento dell’esperienza delle donne sulla piattaforma, garantendo loro una maggior tutela. L’organizzazione, però, non le ritiene sufficienti a rispondere adeguatamente agli attacchi contro di esse sul social.