Bruxelles – La Commissione europea bastona l’Italia. Nel consueto pacchetto mensile di infrazioni l’esecutivo comunitario scrive per ben dieci volte il nome del Paese. Sei nuove procedure aperte, tre portate avanti, un deferimento alla Corte europea. Politicamente è una batosta per il governo, chiamato a fare i conti con una mole mai vista di decisioni dall’impatto potenzialmente devastante, se non farà cambiare idea a Bruxelles.
Bisognerà capire come il governo Lega-5 Stelle deciderà di reagire: se con la freddezza necessaria a sanare le varie situazioni che vengono contestate, o se invece cedere alla tentazione di cavalcare politicamente i provvedimenti a fini di politica interna
La Commissione fa il suo dovere. Ricorda che gli Stati membri, quando decidono le regole comuni, poi le devono rispettare. Tra normative recepite parzialmente o per nulla, tra regole non attuate e richiami rimasti inascoltati, Bruxelles avvia nuove procedure. Mancata attuazione norme contro abusi sessuali sui minori, mancato adeguamento normativo in materia di appalti e concessioni (incluse quelle balneari), mancata protezione della acque marine, mancato completamento di politiche di protezione aree naturali, scorretto recepimento della direttiva sull’efficienza energetica, restrizione al mercato unico dei servizi.
L’ex sottosegretario agli Affari europei del governo Gentiloni, Sandro Gozi, commenta ricordando che “noi le avevamo dimezzate, eravamo scesi a 59 a marzo 2018. Con questo governo siamo saliti a 76 in 6 mesi: ogni giorno il governo di Giuseppe Conte costa sempre di più a tutti gli italiani”.
Nuova batosta: 6 nuove procedure di infrazione. Noi le avevamo dimezzate, eravamo scesi a 59 a marzo 2018. Con questo governo siamo saliti a 76 in 6 mesi: ogni giorno il governo di @GiuseppeConteIT costa sempre di più a tutti gli italiani. https://t.co/ccS06oS3r2 via @eunewsit
— Sandro Gozi (@sandrogozi) January 25, 2019
Tutte mancanze italiane. Di governo centrale, e di amministrazioni locali. Gli stessi che adesso hanno due mesi di tempo per convincere Bruxelles che sono state trovate misure per garantire norme di sicurezza sul lavoro, in particolare quelle in materia di radioprotezione, assicurare accesso all’acqua potabile per tutti, e favorire il pieno accesso alle risorse genetiche. Su questi tre temi le procedure già aperte vengono portate avanti. Vuol dire che in questi mesi il governo ha cambiato poco, e ora rischia deferimenti alla Corte.
Davanti alla Corte l’Italia ci finirà per il regime troppo agevolato concesso agli italiani residenti all’estero che intendono comprare casa in Italia. Il motto ‘prima gli italiani’ in questo campo non è applicabile, perché “il Trattato sul funzionamento dell’Unione europea non ammette un tale trattamento discriminatorio, direttamente basato sulla cittadinanza”, ricorda il collegio dei commissari. L’avvertimento Bruxelles l’ha dato a gennaio di un anno fa ma il governo non è intervenuto.