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Home » Economia » Da immigrazione a competitività, il futuro dell’UE passa per la riforma fiscale

Da immigrazione a competitività, il futuro dell’UE passa per la riforma fiscale

Il messaggio di Deloitte in occasione del II Strategy Council Europe. Spesi già oltre 30mila miliardi di dollari per rispondere alle principali sfide, che restano irrisolte. Tajani: "Servono politiche omogenee, quello che non c'è in Italia"

Emanuele Bonini</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/emanuelebonini" target="_blank">emanuelebonini</a> di Emanuele Bonini emanuelebonini
19 Marzo 2019
in Economia, enindustry

Bruxelles – Più di un terzo del Prodotto interno lordo mondiale (Pil) è già stato speso per tentare di rispondere a quelle che sono le otto principali sfide del presente e che si considerano essere anche le principali sfide del futuro. Ma nonostante gli sforzi finanziari, “i problemi non sono stati risolti” e addirittura in alcuni casi la situazione è peggiorata. La riforma delle politiche fiscali, con una tassazione diversa e diversamente distribuita, diventa quindi ineludibile per rispondere a tutto questo. E’ la situazione come descritta dalla grande società internazionale di consulenza Deloitte, nella seconda edizione dello Strategy Council Europe, organizzata insieme al Gruppo di iniziativa italiana (GII).

Nel 2018 il Pil mondiale ha raggiungo gli 84mila mila miliardi di dollari. Il 36% di questa ricchezza (oltre 30mila miliardi di dollari) è stato speso per cercare di stabilizzare le economie, creare occupazione, ridurre il divario ricchezza-povertà, gestire i fenomeni migratori, rispondere all’invecchiamento della popolazione, investire in tecnologie, promuovere politiche per sicurezza e ambiente. Eppure, nonostante gli sforzi i conti non tornano. In tutto il mondo ogni anno muoiono 9 milioni di persone l’anno a causa dell’inquinamento. Praticamente “una persona ogni tre secondi, e tre volte più dell’effetto combinato di Aids, tubercolosi e malaria”, sottolinea Andrea Poggi, Clients & Industries Leader di Deloitte. Ancora, tecnologie e innovazione “sono un’opportunità, eppure i governi spendono meno di quello che sarebbe necessario” per cogliere questa opportunità, e ciò è vero in particolare in Europa.

Che dire poi della povertà? Si è già speso l’1% del Pil mondiale (84,8 miliardi di dollari) per politiche di inclusione sociale, eppure “nonostante la spesa crescente, il divario ricchi-poveri è aumentato”, denuncia ancora Poggi, convinto che “il sistema fiscale deve cambiare”, visto che così com’è “è inadeguato”. La necessità di un fisco “sostenibile” è la chiave per rispondere alle sfide del presente e del futuro.

Nel mondo si è speso tanto, ma non abbastanza per risolvere le sfide più pressanti. Va ripensata la politica fiscale, sostiene Deloitte

Insomma, “senza riforma fiscale non c’è futuro”. Per Deloitte “la necessaria e improrogabile riforma fiscale deve superare gli attuali limiti dei diversi sistemi fiscali, assicurando una maggiore equità sociale e minore complessità”, così da garantire allo stesso tempo “una forte competitività dei singoli Paesi nel panorama internazionale, in linea con quanto il percorso già intrapreso da alcuni Paesi industrializzati”.

Se la chiave per governare il futuro passa per la riforma del fisco, la ricetta diventa fondamentale, e in tal senso l’Italia è un esempio da non seguire. “Sono critico nei confronti del governo italiano perché ha misure che vanno in direzioni differenti”, dice il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, ospite dell’evento. “Non si possono fare flat tax e reddito di cittadinanza. Serve un politica economica omogenea e coordinata. Senza questa, la flat tax non è possibile”.

Tags: ambienteantonio tajaniclimadeloittefiscoimmigrazioneinnovazionelavorooccupazionepovertàriforma fiscaletassetecnologieUe

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