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Home » Politica » Fondi europei per lo sviluppo regionale, ecco come potrebbero funzionare in futuro

Fondi europei per lo sviluppo regionale, ecco come potrebbero funzionare in futuro

I "paletti" del Parlamento: Stop agli investimenti legati ai combustibili fossili, allocazione a livello regionale e più risorse per innovazione ed economia circolare. Ora inizia il negoziato con i governi. Cozzolino: "Un ottimo testo su cui lavorare"

Francesco Foglia</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/@fogliafrancesco" target="_blank">@fogliafrancesco</a> di Francesco Foglia @fogliafrancesco
28 Marzo 2019
in Politica

Bruxelles – Il Parlamento europeo ha adottato delle nuove regole di finanziamento del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e del Fondo di coesione (FC), per il periodo di programmazione 2021-2027.

I deputati hanno convenuto di destinare una parte significativa del FESR, che è lo strumento principale della politica di coesione e del budget europeo, sulla crescita intelligente e l’economia verde. Nel testo approvato si stabilisce che le regioni dovrebbero spendere almeno dal 30 al 50% dei finanziamenti ricevuti per un’Europa intelligente e innovativa, mentre un altro 30% dovrà essere destinato alla lotta contro il cambiamento climatico e all’economia circolare. Il Fondo di coesione, attualmente a disposizione solo di regioni appartenenti a Paesi in forte ritardo di sviluppo, continuerà ad essere utilizzato prevalentemente per gli investimenti nelle infrastrutture ambientali e di trasporto.

L’allocazione delle risorse solo su base regionale

La gestione dei fondi europei deve tener conto della diversità territoriale, economica e sociale delle regioni europee, che traggono i maggiori benefici dalla politica di coesione. I finanziamenti UE verrebbero pertanto assegnati a livello regionale sulla base del prodotto interno lordo (PIL) pro capite, piuttosto che a livello nazionale e sulla base del rapporto del reddito nazionale lordo, come avvenuto finora. Inoltre, almeno il 10% delle risorse del FESR a livello nazionale dovrebbe essere destinato allo sviluppo urbano sostenibile, rispetto al 6% proposto dalla Commissione.

La proposta legislativa è stata approvata con 475 voti favorevoli, 93 contrari e 53 astensioni.

Dopo il voto, il relatore Andrea Cozzolino (S&D) ha sostenuto che “il voto in plenaria oggi è un risultato molto significativo, raggiunto a larga maggioranza, a sostegno di norme semplificate e migliorate per spendere oltre 270 miliardi di euro nel prossimo periodo di finanziamento. Abbiamo assicurato un ottimo testo per il prossimo Parlamento, come punto di partenza per i prossimi negoziati con gli Stati membri”.

Niente fondi europei per investimenti legati ai combustibili fossili

Inoltre, i deputati chiedono che le infrastrutture aeroportuali, lo smaltimento dei rifiuti e il trattamento dei rifiuti residui, nonché gli investimenti legati ai combustibili fossili, siano esclusi dai finanziamenti regionali dell’UE, con poche eccezioni per le regioni ultra-periferiche, e che le soluzioni siano in linea con i principi dell’economia circolare e dell’efficienza energetica.

Reagendo a questa decisione favorevole alle questioni locali, il segretario generale del Consiglio delle regioni e municipalità europee (CCRE), Frédéric Vallier, ha dichiarato: “Sostenendo una politica di coesione forte e ambiziosa, il Parlamento europeo ha dimostrato grandi responsabilità e intelligente lungimiranza.”

La soddisfazione per l’esito del voto è arrivata anche da più di 40 organizzazioni, tra cui WWF, riunite sotto l’ombrello di Climate Action Network (CAN) Europe che avevano invitato i deputati, con una lettera aperta, ad escludere gli investimenti in combustibili fossili dalle risorse della politica regionale.

Conclusa la prima lettura, sarà il prossimo Parlamento europeo ad avviare, insieme al Consiglio, i negoziati sul finanziamento della futura politica regionale e di coesione.

Tags: andrea cozzolinofondi europeiparlamento europeosviluppo regionale

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