Bruxelles – Mechelen, è qui la festa. Attesa trent’anni, quanti ce ne sono voluti perché la città tornasse a scrivere la storia del ‘voetbal’ belga. La coppa nazionale torna nella più meridionale delle principali città della provincia settentrionale di Anversa 32 anni dopo l’ultima volta, e a 30 anni esatti dall’ultimo trionfo (scudetto) dei giallo-rossi di Mechelen o Malines, a seconda che si scelga l’appellativo fiammingo o francofono.
Vittoria per 2-1, in rimonta, contro un Gent che fino a ieri aveva fallito solo una volta la finale della coppa di Belgio. Ha prevalso la voglia di riscatto di un Mechelen desideroso di non restare legato ai gloriosi anni Ottanta, periodo d’oro a cui fino a ieri non aveva fatto seguito alcun trionfo, e di uscire dall’incubo della pagine più buie del club. La retrocessione in serie B, le vicende giudiziarie, un terremoto a cui la squadra ha risposto egregiamente sul campo: immediata promozione nella massima serie e vittoria della coppa nazionale.
WIJ ZIJN BEKERWINNAARS pic.twitter.com/LzEveroMem
— KV Mechelen (@kvmechelen) May 1, 2019
Già, il Mechelen si aggiudica il trofeo da formazione di seconda divisione, impresa rara un po’ ovunque. In Belgio solo l’RRC Tournaisien – oggi dissolto – era riuscito nell’impresa di vincere la coppa in veste di squadra di serie B. Era il 1956, e fino a ieri era stato un evento unico. E’ anche questo che conferisce prestigio alla vittoria ottenuta, e permette di guardare con un po’ di gioia in più l’immediato futuro. Risultati calcistici alla mano, il Mechelen è in seria A e in Europa League. (quale conseguenza della vittoria della coppa del Belgio), da cui manca da 25 anni. L’ultima apparizione nel 1994, con l’eliminazione patita per mano del Cagliari agli ottavi di finale di quella che allora era ancora la coppa UEFA.
In Europa il Mechelen ha impresso il proprio nome in modo indelebile vincendo la coppa della coppe nel 1988 e la supercoppa europea nell’estate dello stesso anno. L’anno seguente fu la “Sampd’oro” di Vialli e Mancini a fermare il Mechelen in coppa della coppe, in semifinale. Poi nel 1990 la cavalcata in coppa dei Campioni, interrotta ai quarti di finali dal Milan del trio olandese delle meraviglie. Infine, come detto, la coppa UEFA, e l’eliminazione per mano di un’altra italiana.
L’Europa però rischia di attendere ancora, nonostante tutto. Perché adesso più dei risultati sul campo conteranno i verdetti delle aule di tribunale.
Corruzione, combine, riciclaggio di denaro. La ‘calciopoli’ belga portata alla luce alla fine dell’anno scorso ha investito in pieno il club fiammingo. L’accusa ne chiede la retrocessione. Vorrebbe dire vanificare gli sforzi di questa stagione. Restare in serie cadetta e rinunciare alle competizioni europee. Non alla coppa del Belgio, però. Almeno quello. I legali sperano di evitare il peggio, e ottenere magari un penalizzazione da scontare nella prossima seria A. L’obiettivo della giustizia belga è produrre una sentenza entro fine giugno, in tempo utile per la redazione di tutti i calendari, nazionali e soprattutto internazionali. Nei quali il KV Mechelen rischia di non finire.
Se la giustizia belga può anche ‘graziare’ i giallo-rossi, l’UEFA è invece molto più intransigente sui casi di corruzione e frode sportiva. Un riconoscimento di responsabilità e colpe per il club vorrebbe dire ritiro della licenza per le competizioni internazionali. “Qualunque cosa succeda abbiamo fatto la storia”, taglia corto Clement Tainmont, attaccante francese del Mechelen vittorioso e vincente. Una squadra e la sua città fanno festa. Dopo trent’anni è d’obbligo.