Intervista di Serena Santoli per lo speciale di Affrinternazionali sulle Elezioni europee
Un’affluenza che supera il 51%, la contenuta marea sovranista insieme all’ampia presenza europeista nel nuovo Parlamento europeo. Secondo il direttore dello IAI Nathalie Tocci, diverse sono le chiavi di lettura per interpretare le elezioni europee, che si sono tenute tra il 23 e il 26 maggio nei 28 Stati membri dell’Unione. A pesare il dato dell’Italia, che si ritrova “marginalizzata nel prossimo emiciclo”. Questo il commento di Nathalie Tocci.
A livello europeo non abbiamo visto l’ondata di sovranismi e populismi
Tocci – “Da cittadina europea sono sollevata: abbiamo avuto un’affluenza alle urne significativa, passando dal 42 % del 2014 al 51% del 2019. Chiaramente, la marcia verso un demos europeo è ancora lunga, ma sappiamo anche che l’Unione non può certo essere costruita in un giorno. La grande ascesa dei sovranismi e populismi si è fermata ad un misero 7% in riferimento alle due principali famiglie euroscettiche all’interno del Parlamento europeo. Dunque la grande affermazione sovranista che si prospettava inizialmente non c’è stata”.
Il nuovo rilancio europeo ci sarà grazie all’Unione di quattro grandi famiglie
Tocci – “Un’ulteriore nota di ottimismo è rappresentata dalla mancata maggioranza delle due grandi famiglie politiche, popolari e socialisti. Questo comporterà un negoziato con Verdi e Liberali e creerà le basi per un nuovo rilancio europeo. Infatti, sappiamo che per rigenerare l’intero processo dell’Ue non si possono utilizzare formule vecchie e stantie”.
L’Italia pesantemente marginalizzata nel prossimo emiciclo
Tocci – “Come era ampiamente prevedibile, il grande neo delle elezioni europee riguarda l’Italia, con le due forze di governo all’interno di un’insignificante minoranza nel Parlamento. Quando inizierà la discussione del Consiglio europeo sulle nomine, vedremo un‘Italia – che già non gode di un’ottima credibilità nazionale, con seri problemi da un punto di vista economico – del tutto isolata”.