Bruxelles – Rafforzamento delle comunicazioni strategiche, contrasto della disinformazione, aumento delle difese di cybersicurezza e protezione da minacce chimiche e nucleari. Questi sono alcuni dei settori nel quale l’Unione Europea e gli Stati Membri hanno compiuto buoni progressi nella lotta alle cossiddette “minacce ibride”, come afferma l’ultima relazione adottata oggi dalla Commissione Europea e dal Servizio europeo per l’azione esterna.
Le 22 misure presenti nella Comunicazione congiunta al Parlamento Europeo e al Consiglio sul “Quadro congiunto per contrastare le minacce ibride” del 2016, tendono a individuare le vulnerabilità principali dell’UE in termini di sicurezza informatica, in modo tale da avviare un processo di miglioramento per la protezione delle infrastrutture critiche, con lo scopo di potenziare la resilienza nella società proprio contro il radicalismo e l’estremismo per proteggere i cittadini europei.
La sicurezza è sempre stata una delle priorità di Jean-Claude Juncker sin dall’inizio del suo mandato da Presidente della Commissione, e, attraverso il “Quadro congiunto”, gli Stati Membri dell’UE hanno ricevuto un sostegno alla lotta delle minacce ibride, coordinando parallelemente con la Nato anche alcune operazioni.
La risposta dell’UE, dunque, è stata condotta secondo la Commissione con successo, tra i risultati chiave è presente l’adozione di un gran numero di proposte legislative per sostenere gli sforzi sia a livello europeo che nazionale. Ad esempio, il “Quadro per il controllo degli investimenti esteri diretti nell’Unione europea” è stato fondamentale per proteggere diversi settori industriali facilmente sottoposti a minacce ibride. Inoltre, dei regimi sanzioniari in ambito chimico e informatico sono stati introdotti e aggiunti alla varietà di misure attuate, e grandi passi avanti sono stati fatti nella protezione dalle fake news in fase di campagna elettorale.