Roma – La Sardegna resta senza nessuna rappresentanza nel Parlamento di Strasburgo. Non era mai accaduto prima, fin dal 1979 l’isola ha sempre avuto almeno un eletto, pur scontando lo squilibrio elettorale con la Sicilia con cui divide la circoscrizione elettorale. Ma questa volta nessun partito ha un eletto.
A lasciare la Sardegna senza UE il meccanismo delle preferenze che ha punito Andrea Soddu, sindaco di Nuoro e unico candidato del PD nell’Isola. Era l’unica possibilità, ma anche raccogliendo 69 mila voti, più dei capilista pigliatutto Salvini, Berlusconi e Meloni, non andrà a Strasburgo: il suo seggio dipendeva dal medico di Lampedusa Pietro Bartolo che, eletto anche nell’Italia centrale, ha scelto il seggio siciliano. “Assistiamo a un difetto di democrazia, un attacco alla Sardegna che non avrà nessun europarlamentare – ha commentato deluso Soddu – con il paradosso che nella regione sono stato l’unico in grado di battere Matteo Salvini”.
Quella di Bartolo è “una decisione tutta personale”, fanno sapere dal PD, che nella circoscrizione centro doveva ripescare Roberto Gualtieri, al quinto posto e primo dei non eletti. Per il Nazareno è la punta di diamante della delegazione europea, presidente uscente della Commissione affari economici e monetari, molto stimato a Bruxelles. Il partito non poteva tenerlo fuori dai giochi.
Anche negli altri partiti, nessun candidato è riuscito a superare la forza elettorale della Sicilia, in una partita che se non fosse stabilita dalla legge, si potrebbe dire truccata. Sicuramente impari: 4 milioni e 200 mila elettori contro meno di 1 milione e 400 mila.
A nulla sono serviti gli appelli a Nicola Zingaretti, da parte del PD locale, per salvare il seggio. Il segretario regionale Emanuele Cani aveva sperato che potesse prevalere “l’esigenza di una regione rispetto a quella del singolo” ma così non è stato. Pressing invano anche dai parlamentari sardi che considerano “un’ingiustizia non avere una rappresentanza a Bruxelles”, anche in ragione delle difficoltà strutturali che l’isola deve affrontare, dai trasporti con la continuità territoriale, fino al costo dell’energia che condiziona pesantemente l’apparato produttivo.
Non è bastato neppure il buon risultato ottenuto nelle urne di domenica, che con il 24,7 % è stato due punti sopra la media nazionale. Un PD sardo in pieno recupero, che tra due settimane affronterà il voto a Cagliari e Sassari per le amministrative, e dopo questa sgradevole vicenda, gli elettori Dem potrebbero voltargli le spalle.