Bruxelles – C’è già qualche bocciato, qualche nome cambiato dagli stessi governi, uno che manca ancora del tutto (l’italiano). La lista dei commissari europei che la presidente eletta Ursula von der Leyen presenterà al Parlamento europeo non è ancora completa, nonostante dai governi di 26 Paesi i nomi siano già stati inviati e resi noti (anche se, a quanto pare, alcuni governi non hanno completato la procedura formale di nomina).
A quanto si spiega in Commissione alcuni nomi sono stati bocciati, molti portafogli non sono ancora stati assegnati, e dunque il lavoro è ancora in corso.
Anche perché, e non se ne fa mistero, finché non c’è un nome italiano non si può completare il puzzle, almeno per la parte che riguarda i portafogli più importanti, ma senza i quali non si possono fare neanche gli incastri per quelli “secondari”. Dunque c’è una certa trepidazione per avere il candidato di Roma, ma al momento manca un referente, o meglio, c’è solo Giuseppe Conte, che però non ha modo di negoziare con Bruxelles una posizione per l’Italia finché non ha anche un nome da proporre.
“Le proposte non sono ancora chiuse, non tutti i nomi che avete visto circolare faranno parte del team”, spiega Mina Andreeva, capo portavoce della Commissione Juncker, che fa anche da portavoce per il team di von der Leyen.
Le incertezze dipendono, spiega Andreeva, “dagli esiti delle interviste che la presidente eletta sta conducendo dalla scorsa settimana, che ancora sono in corso, e dalla distribuzione dei portafogli”. Alcuni Paesi, a quanto si apprende, non avrebbero poi formalizzato le nomine, impedendo dunque di procedere con le interviste.
“Ecco il primo compito del nuovo governo: recuperare il tempo perso nella proposta del nome italiano come componente della commissione europea”, commenta da Roma Piero De Luca, capogruppo PD in commissione Politiche europee alla Camera. “Proviamo a porre rimedio a un ritardo che sta rischiando di compromettere la stessa attribuzione di un portafoglio di peso all’Italia – spiega De Luca – e rispondiamo positivamente alla richiesta giunta oggi, ancora una volta, dalla presidente Ursula von der Leyen impegnata nel completamento della sua squadra”.
Per quanto riguarda la presenza di un cinquanta per cento di donne nel team von der Leyen l’obiettivo non è lontano, al momento dovrebbero essere una dozzina e la metà sarà 13 o 14 (la Gran Bretagna ha comunicato che non indicherà un commissario). Von der Leyen ha chiesto ai Paesi membri, collettivamente, di garantire questo equilibrio “lo ha chiesto indistintamente a tutti, non ci sono richieste per singoli Stati”, spiega la portavoce a chi le chiede se la richiesta di un candidato donna sia stata inviata in particolare a Roma.