Bruxelles – Tra agricoltura, industria, edilizia, pubblica amministrazione, finanza e assicurazioni, commercio al dettaglio e trasporti, in Europa ci sono qualcosa come 232 milioni di persone con un lavoro specializzato. E’ quanto emerge dai dati Eurostat diffusi oggi, e riferiti al 2016.
Il maggior numero di europei trova una sistemazione nel settore pubblico. Tra difesa, sicurezza, assistenza sociale, istruzione, sanità e cultura, complessivamente la pubblica amministrazione è fonte di lavoro per il 29,7% degli europei (69,1 milioni di persone), più del settore comprendente commercio al dettaglio, trasporti, alloggio e ristorazione, comunicazone (27,7%, pari a 64,4 milioni di europei), e dei servizi finanziari (16,4%, pari a 38,1 milioni).
Mentre il settore economico con il minor tasso di occupazione nell’Ue è quello agricolo. Qui risulta attivo il 4,5% della forza lavoro (10,4 milioni di persone), nonostante i tanti aiuti dati al settore dall’Unione europea.
L’Italia non fa eccezione. Nel 2016 dei 24,8 milioni di italiani in attività lavorativa più di un quarto (7,3 milioni) risultava impiegata nel settore pubblico, mentre meno del 4% degli aventi lavoro si trovata nel settore primario (920mila). Con più della metà degli addetti al settore industriale al nord (2,6 milioni su quasi 4,2 milioni) e appena il 14% concentrato nel Mezziogiorno, al Sud la principale fonte di guadagni dopo il posto pubblico (1,4 milioni) rimane il turismo, con le domande di ristorazione e alloggi che ne derivano (1,3 milioni). Insieme questi due settori rappresentano più del 50% degli attivi di tutte le regioni meridionali, comprese le isole maggiori.