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Home » Politica » M5S: “Vogliamo una Corte penale europea della Salute. I danni all’ecosistema vanno puniti”

M5S: “Vogliamo una Corte penale europea della Salute. I danni all’ecosistema vanno puniti”

Una proposta ambiziosa per tradurre in legge il principio "chi inquina paga". Castaldo: "La soluzione ideale per istituire quest'organo sarebbe la modifica dei Trattati"

Gaia Terzulli</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/@gaiaterzulli" target="_blank">@gaiaterzulli</a> di Gaia Terzulli @gaiaterzulli
25 Settembre 2019
in Politica

Bruxelles – Se potesse, in questo momento drammatico per la sua sopravvivenza, l’ambiente chiederebbe giustizia. E c’è chi vuole dargliela. Oggi, in Parlamento, il Movimento 5 Stelle ha presentato alla stampa la sua proposta d’istituire una Corte penale europea della Salute e dell’Ambiente. Un modo per assicurare ai cittadini europei una maggiore tutela degli spazi che abitano e per far sì che il principio “chi inquina paga” non resti più lettera morta.

“Per il Movimento 5 Stelle la protezione dell’ambiente, nella tutela degli ecosistemi e nella salvaguardia delle biodiversità rappresenta una battaglia identitaria. E con questa proposta lo dimostriamo”, ha esordito la capodelegazione del Movimento, Tiziana Beghin. A sollevare l’urgenza di un’azione drastica a difesa del pianeta e della sua salute, è stato anche l’europarlamentare pentastellato, e vicepresidente del Parlamento, Fabio Massimo Castaldo: “La creazione di una Corte Penale Europea della Salute e dell’Ambiente è un obiettivo ambizioso che può rappresentare una soluzione efficace per arginare e punire in modo adeguato i reati ambientali. Approfittando della nuova stagione riformista che sta investendo l’Unione europea, in particolare la conferenza sul futuro dell’Europa, annunciata dal Presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, la soluzione ideale per istituirla sarebbe la modifica dei Trattati. In questo modo possiamo introdurre ex novo un’Istituzione europea con le caratteristiche ideali per perseguire i reati ambientali”.

Un progetto ispirato alla proposta di Antonino Abrami, professore emerito dell’Università di Nova Gorica, di recente autore di un volume dedicato ai beni comuni “inviolabili” del nostro pianeta e alla loro tutela. Anni di studi scientifici confluiti in una relazione che delinea i contorni di un’azione legale a difesa dell’ecosistema e delle sue specie viventi.

Illustrando alcuni dei punti fondamentali della sua relazione, Abrami ha deprecato l’inadeguatezza del sistema di giustizia ambientale attualmente vigente in Europa. “Di recente – ha detto l’ex giudice – Unicef e Oms hanno evidenziato che nel mondo una persona su tre è senza acqua potabile sicura. Un recente studio pubblicato su Nature prefigura un aumento dei conflitti armati fino al 26% se la temperatura globale dovesse continuare a salire”. Dati allarmanti, rispetto ai quali Abrami invoca l’intervento immediato delle istituzioni europee: “Una Corte Penale Europea della Salute e dell’Ambiente e un Procuratore ambientale europeo sono essenziali nell’agenda politico-programmatica dei Commissari della Giustizia e/o dell’Ambiente. Inoltre è auspicabile l’istituzione di una Commissione giuridico-scientifica i cui membri dovranno essere esperti di chiara fama con diversi obiettivi, tra cui l’elaborazione dello Statuto della Corte Penale Europea dell’Ambiente, con specifiche previsioni normative sulla competenza e sugli strumenti giuridici di prevenzione e repressione delle infrazioni ambientali”.

Dove verrebbe istituita questa Corte Penale? Secondo Jacopo Berti, Consigliere del Movimento 5 Stelle per la Regione Veneto, la sede ideale è Venezia, città “già messa a repentaglio dai cambiamenti climatici e che può quindi divenire l’emblema della lotta per contrastarli. Salvando il punto più fragile del nostro pianeta, salveremo il pianeta”, sostiene Berti. Prevenzione e riparazione del danno ambientale come “stelle fisse” di un Movimento già promotore di iniziative “verdi”, come quella dell’europarlamentare Laura Ferrara sull’implementazione della direttiva 2004/35/CE sulla responsabilità ambientale. “In quel report – spiega la pentastellata – chiedevamo l’istituzione di un fondo europeo per la protezione dell’ambiente dai danni causati quando non fosse possibile risalire al diretto responsabile e di agire sulla prevenzione attraverso l’informazione e la sensibilizzazione”. Anche lei sottolinea l’ambizione di una Corte europea ad hoc, ma è risoluta a dare il suo contributo per “realizzare un sogno di maggior giustizia sul piano ambientale”.

Tags: ambienteAntonino AbramiCorte Penale europea della Salute e dell'AmbienteFabio Massimo Castaldogreen dealJacopo BertiLaura FerraraMovimento 5 stelleTiziana Beghinursula von der leyen

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