Bruxelles – Rovana Plumb e László Trócsányi hanno ognuno un conflitto d’interessi e non possono fare i commissari europei ai Trasporti, la prima, e all’Allargamento il secondo. Comincia come peggio non potrebbe l’avventura della nuova Commissione europea, con la censura del Parlamento a due dei candidati designati. La commissione Giuridica del Parlamento europeo ha avviato il procedimento di esame delle persone indicate per far parte dell’esecutivo comunitario a partire dall’1 novembre, e la social-democratica romena e il popolare ungherese hanno fallito l’appuntamento. Per loro niente audizione.
I candidati per poter divenire commissari devono sostenere audizioni pubbliche nelle commissioni parlamentari competenti. Prima, però, la commissione Giuridica deve esaminare che non vi siano conflitti d’interesse. “E’ una pre-condizione per poter essere ascoltati”, spiega Jaume Dauch, capo del servizio dei portavoce del Parlamento europeo.
. @EP_legal gave its green light for the #hearings of 24 candidate-commissioners #EC. For 2 candidates (RO, HU), the procedure has been suspended as conflicts of interest have been identified. Future steps @vonderleyen to be requested by letter. https://t.co/cIU6Gy0nR2
— Jaume Duch (@jduch) September 26, 2019
A Rovana Plumb (S&D) viene contestata la mancata dichiarazione di due prestiti per un totale di un milione di euro. Inoltre ci sarebbero delle incongruenze tra la dichiarazione finanziaria presentata a Bruxelles e quella presentata al governo romeno. Informazioni contraddittorie e mancanti che hanno indotto gli europarlamentari a sbarrare la strada alla commissaria candidata per gestire i dossier dei Trasporti.
László Trócsányi (PPE) è invece stato escluso dalle audizioni a causa della mancanza di chiarezza sul suo rapporto con il suo ex studio legale Nagy & Trócsányi, co-fondato nel 1991 con il collega giurista Péter Nagy. Negli ultimi anni lo studio ha lavorato anche in cause relative a questioni di governo. Forse per questa sua deformazione professionale in un tweet il candidato bocciato lamenta una “scelta politica” contro di lui, contro la quale prenderà “ogni misura legale”. Non una mossa da politico accorto…
Here you can find my statement regarding today's JURI meeting. @Europarl_EN @Europarl_FR pic.twitter.com/mFPozipKk2
— László Trócsányi (@trocsanyi) September 26, 2019
E’ la prima volta che qualche commissario candidato viene fermato ancora prima di sostenere l’audizione. Non essendoci un precedente, non si sa però come procedere. La commissione Giuridica scriverà alla presidente eletta dell’esecutivo comunitario, Ursula von der Leyen, che Plumb e Trócsányi spno in una situazione di conflitto d’interesse, e sarà von der Leyen a decidere cosa fare. Potrebbe chiedere ai governi romeno e ungherese un altro candidato, o potrebbe chiedere ai candidati di fornire nuove ulteriori informazioni e documentazioni che sgombrino il campo da ogni dubbio.
Dunque al momento, tecnicamente uno stop, non ancora una vera e propria bocciatura. Ma certo la posizione dei due candidati sembra già seriamente compromessa. Fino alle audizioni previste nelle commissioni di merito tempo per convincere la conferenza dei presidenti (capigruppo più presidente del Parlamento) a ritentare ci sarebbe. Il gruppo dei Verdi chiede però “nuovi candidati”. La parola a von der Leyen.
“L’Europa cambia davvero se garantisce il rispetto del dovere di integrità morale nel comportamento di tutti i suoi rappresentanti e risponde con durezza contro i troppi conflitti di interesse con il settore privato”, commenta Sabrina Pignedoli, europarlamentare del Movimento 5 Stelle membro della commissione Giuridica. “Ben vengano dunque decisioni come quella presa oggi sul conflitto di interessi”.
La deputata verde Marie Toussaint, coordinatrice per il proprio gruppo in commissione Giuridica, invita von der Leyen a indicare nuovi candidati. Nonostante la forte politicizzazione del processo, i parlamentari hanno preso sul serio il loro ruolo rifiutando di firmare un assegno in bianco per due commissari designati dai commissari la cui situazione è altamente problematica. Esortiamo – afferma Toussaint in una nota – la presidente eletta della Commissione europea a riconsiderare la scelta dei due paesi interessati chiedendo loro di proporre nuovi candidati”.