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Home » Politica » Gentiloni passa il vaglio del Parlamento, ma il PPE si divide

Gentiloni passa il vaglio del Parlamento, ma il PPE si divide

Il coordinatore del PPE tra gli scontenti per le posizioni più favorevoli alla flessibilità che al rigore. "Possiamo approvarlo, tutto considerato"

Emanuele Bonini</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/emanuelebonini" target="_blank">emanuelebonini</a> di Emanuele Bonini emanuelebonini
3 Ottobre 2019
in Politica

Bruxelles – Applausi all’inizio e alla fine dell’intervento, presa di parola per chiedere e approfondire, non per affondare. Le commissioni Affari economici, Lavoro e Bilanci del Parlamento europeo riservano un’accoglienza e un trattamento cordiale e amichevole a Paolo Gentiloni. L’Italiano viene come tutti i commissari candidati a chiedere la fiducia, nel suo caso per il ruolo di responsabile all’Economia. E la ottiene, non senza qualche momento di inattesa suspence. Perché fino alla fine nessuno avrebbe messo in dubbio l’esito della sua audizione, se i popolari (PPE) non si fossero divisi.

Ad alcune delegazioni del centro-destra europeo non è sfuggita l’assenza di prese di posizione nette a sostegno della rigidità di disciplina di bilancio, e questo ha per un attimo destabilizzato gli equilibri che sembravano fuori discussione. Nelle tre ore di sessione domanda-risposta tutto è filato liscio. Neppure gli europarlamentari espressione dei partiti attualmente all’opposizione in Italia hanno incalzato Gentiloni.

La leghista Francesca Donato (ID) e Raffaele Fitto, di Fratelli d’Italia (ECR), rivolgono domande senza fare critica o polemica, ma con un occhio al patto di stabilità. Risposta standard, quella di Gentiloni, che ricalca quella già fornita per iscritto. Le regole ci sono e vanno rispettate, ma vanno anche interpretate.

L’unico vero attacco Gentiloni sembra riceverlo dalla deputata francese Manon Aubry, della sinistra radicale (GUE), che gli rimprovera “un portafoglio milionario” di titoli e azioni. Ma il commissario designato dice di aver venduto tutto di quel portafoglio che “milionario non è”, o meglio, era.

Tutto sembra andare per il meglio. Assenza di polemiche e scontri, toni calmi e pacati, atteggiamento amichevole, rispetto per una persona dal curriculum il cui valore sono riconosciuti da tutti. Segnali positivi. Poi il fulmine a ciel sereno. Il coordinatore dei popolari (PPE), Markus Ferber, ad audizione ancora in corso pubblica un tweet in cui stronca l’italiano. “Due ore in cui non ha risposta a niente. E’ un buono politico, ma non è abbastanza per poter fare il commissario”.

For two hours @PaoloGentiloni has not answered any question. He is really politican, but that is not enough to become commissioner. #EPhearings2019 @EPPGroup @CDU_CSU_EP

— Markus Ferber (@MarkusFerber) October 3, 2019

Anche all’interno del PPE stesso c’è qualcuno che rimane sorpreso. Non era intenzione ‘impallinare’ il commissario incaricato designato. Silvio Berlusconi, per l’occasione presente nell’aula della riunione congiunta, ammette che quella di Gentiloni “è stata una buona audizione”. Ma la questione delle politiche di bilancio ripropone inevitabilmente le frizioni tra difensori del rigore e sostenitori della spesa, anche nel PPE. “Sono d’accordo sulla necessità di usare maggiore flessibilità. E’ la nostra posizione”, dice il Cavaliere.

Il commissario designato risponde in maniera abile per quello che può. Riconosce che “il patto di stabilità e crescita ha evitato ulteriori crisi e permesso la riduzione dei deficit, ma non ha permesso lo stimolo della crescita”. Assicura che  se eletto applicherà le regole come previsto, ma “con la massima flessibilità dove necessario”.  E non chiude all’ipotesi di togliere gli investimenti a sostegno della crescita dal calcolo del deficit. Cose non gradite ai falchi del rigore.

Per tutta la durata dell’audizione Gentiloni ricalca nelle parole e nei concetti espressi Pierre Moscovici, il commissario uscente agli Affari economici, che pure per questi cinque anni ha subito lo stesso trattamento dai più attenti alla spesa pubblica.

Le divisioni interne al PPE sembrano rimettere tutto in discussione. Il clima di apparente serenità si spezza, e per Gentiloni le cose complicano. No. Spiegano però poi gli addetti ai lavori che l’uscita a titolo di personale di Ferber risponde ad esigenze squisitamente interne. Parla ai suoi elettori in Germania. Perché alla fine, parlando a nome del gruppo, corregge il tiro, e di molto: “È chiaro che Paolo Gentiloni è un politico esperto. Anche se ci dispiace per la vaghezza delle sue risposte, possiamo approvarlo, tutto considerato”.

Tags: commissari designatieconomialegislatura europeaPaolo Gentiloniparlamento europeoppeUe

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