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Home » Politica » UE, bilancio negativo per von der Leyen dopo la prima settimana di audizioni dei commissari candidati

UE, bilancio negativo per von der Leyen dopo la prima settimana di audizioni dei commissari candidati

Non passa un quarto dei candidati proposti. Tre sono in bilico e potrebbero farcela, ma per la tedesca è politicamente un problema

Emanuele Bonini</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/emanuelebonini" target="_blank">emanuelebonini</a> di Emanuele Bonini emanuelebonini
4 Ottobre 2019
in Politica

Bruxelles – Tre commissari candidati in sospeso, due scartati ancora prima di iniziare lo scrutino parlamentare. La prima settimana di audizione per i commissari candidati non è andata bene per la presidente eletta Ursula von der Leyen. Cinque mancate promozioni su 21 audizioni, in termini numerici, vuol dire che un quarto delle persone ascoltate non ha convinto. Non è detto che i tre in attesa di giudizio (il conservatore polacco Janusz Wojciechowski, la liberale francese Sylvie Goulard, la socialdemocratica svedese Ylva Johansson) alla fine non ce la faranno, e anzi probabilmente la spunteranno. Ma certo von der Leyen esce dal primo round di audizioni profondamente colpita nella sua credibilità.

Cinque anni fa, quando Jean-Claude Juncker venne eletto dal Parlamento per guidare l’esecutivo comunitario, il lussemburghese tenne un’intensa attività con le capitali per essere certo che i nomi proposti dai governi per la sua squadra fossero inattaccabili. Fin dall’inizio attivò un filo diretto con i leader europei per discutere e valutare direttamente con loro le figure da proporre al Parlamento. La strategia pagò, perché Juncker non incontrò alcun problema. Solo lo spagnolo Miguel Arias Cañete dette qualche grattacapo per la via della sua partecipazione in aziende attive nel settore energetico, lo stesso di cui poi sarebbe dovuto divenire responsabile. Ma si risolse tutto con la cessione delle azioni e la rinuncia di ogni tipo di attività.

Stavolta la situazione è diversa. Von der Leyen, se ha agito come Juncker, lo ha fatto male. Il risultato è quello registrato in questa settimana. Sedici candidati promossi, tre rimandati, due bocciati. Di questa situazione von der Leyen è responsabile. Non del tutto, perché i nomi sono stati proposti dai governi, ma in buona parte, perché spettava a lei far fare retromarcia ai leader. Questo primo banco di prova rischia di ritorcersi contro la presidente della Commissione, perché la mette in cattiva luce e ne mette in discussione le abilità politico-negoziali. Juncker seppe imporsi sugli Stati, von der Leyen invece no. Non uno dei migliori biglietti da visita per chi intende cambiare l’Europa degli Stati.

La prossima settimana verranno ascolti i rimanenti candidati. Si tratta di commissari uscenti, già noti al Parlamento e che godono di una loro credibilità e competenza. Non dovrebbero esserci grandi problemi, a meno di colpi di scena clamorosi. Si presenteranno, nell’ordine, Věra Jourová (Repubblica ceca, RE, commissario uscente alla Giustizia e candidata alla Trasparenza), Josep Borell (Spagna, PSE, candidato Alto rappresentante su cui c’è la convergenza di tutti gli Stati membri), Valdis Dombrovskis (Lettonia, PPE, commissario uscente per i Mercati finanziari e l’Euro proposte per l’Economia a sostegno della crescita), Margrethe Vestager (Danimarca, RE, commissario uscente alla Concorrenza proposta anche per il Mercato ed economia digitale) e Frans Timmermans (Paesi Bassi, PSE, vicepresidente vicario uscente e proposto responsabile per il Piano verde europeo).

Ecco, in dettaglio un riepilogo delle audizioni al termine della prima settimana di audizioni:

Commissari approvati e confermati
– Johannes Hahn (Austria, PPE): Bilancio
– Didier Reynders (Belgio, RE): Giustizia
– Mariya Gabriel (Bulgaria, PPE): Innovazione e gioventù
– Dubravka Šuica (Croazia, PPE): Democrazia e demografia
– Stella Kyriakides (Cipro, PPE): Salute
– Kadri Simson (Estonia, RE): Energia
– Jutta Urplainen (Finlandia, PSE): Partenariati internazionali
– Margaritis Schinas (Grecia, PPE): Protezione degli stili di vita europei
– Phil Hogan (Irlanda, PPE): Commercio
– Paolo Gentiloni (Italia, PSE): Economia
– Virginijus Sinkievičius (Lituania, Verdi): Ambiente e oceani
– Nicolas Schmit (Lussemburgo, PSE): Lavoro e affari sociali
– Helena Dalli (Malta, PSE): Eguaglianza
– Elisa Ferreira (Portogallo, PSE): Politiche regionali
– Maroš Šefčovič (Slovacchia, PSE)_ Relazioni inter-istituzionali
– Janez Lenarčič (Slovenia, indipendente): Gestione delle crisi

Commissari ‘rimandati’
– Sylvie Goulard (Francia, RE), candidata per Industria, mercato interno e difesa;
– Janusz Wojciechowski (Polonia, ECR), candidato per l’Agricoltura;
– Ylva Johansson (Svezia, PSE), candidata per Affari interni;

Commissari bocciati
– László Trócsányi (Ungheria, PPE), candidato per Allargamento;
– Rovana Plumb (Romania, PSE), candidata per Trasporti

Tags: candidati commissarilegislatura europeaPaolo Gentiloniparlamento europeoUeursula von der leyen

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